«Non è escluso che vadano abbattute»
L’assessore Pelini: le abitazioni danneggiate saranno riparate solo se la spesa non è eccessiva
L’AQUILA. Ora sono in tanti a porsi la stessa domanda. Quale sarà il destino delle piastre ammalorate di Coppito 2? E tra le possibili risposte ce n’è una che ha il sapore della beffa. Perché quelle case, costruite solo otto anni fa con i soldi dei contribuenti, potrebbero essere addirittura abbattute. Un’ipotesi confermata, del resto, dall’assessore Fabio Pelini. «La logica è quella del buon padre di famiglia - spiega -. Se ne vale la pena, e la spesa non è eccessiva, saranno sistemate, ma se il rapporto costi-benefici fosse negativo, allora converrà abbatterle. Sarà una decisione che sarà presa solo all’esito di una valutazione analitica».
Intanto, la prima notte degli sfollati di Coppito 2 è trascorsa in un albergo, non in una tendopoli. Ma il senso di incertezza, quella precarietà claustrofobica che fa guardare al futuro con timore, è lo stesso di otto anni fa. Non è stato il terremoto, stavolta, a cacciare di casa chi la casa l’aveva già persa nel 2009, e che da mercoledì è costretto a ripensare ancora una volta la propria vita e trovare un’altra sistemazione. Il Comune ha già messo a disposizione i 133 alloggi liberi del Progetto Case, dislocati in 12 new town, per le famiglie costrette a lasciare gli appartamenti. Tutta colpa dei pilastri marciti a causa delle infiltrazioni d’acqua. In un’ora, 70 persone sono state costrette a lasciarli, prendendo quello che era possibile portare via. Come otto anni fa.
Ieri mattina, assicura Pelini, sono iniziati i colloqui con 23 delle 24 famiglie sgomberate. «Seguendo le priorità consuete, vale a dire presenza di anziani, questioni lavorative o figli piccoli, abbiamo cominciato ad abbinare gli alloggi disponibili alle famiglie - prosegue l’assessore -. Ovviamente abbiamo messo a disposizione tutto quello che avevamo e anche di più, nel senso che stiamo lavorando per rendere immediatamente disponibili quegli alloggi che già erano in fase di recupero. Stiamo cercando di sistemare tutti, ma ci vuole qualche giorno. Completeremo le assegnazioni lunedì e nel frattempo le famiglie continueranno a rimanere in albergo. Se qualcuno, invece, ha la bacchetta magica e pensa di poter risolvere più celermente il problema, si faccia pure avanti».
A Coppito 3, spiega ancora l’assessore, si stanno recuperando tutti gli alloggi possibili, ma certamente non basteranno per tutti. Lo stesso si sta facendo anche per le new town più vicine e per Sant’Antonio: «Ci stiamo provando, perché ci siamo messi come sempre nei panni di quelle famiglie». Il settore opere pubbliche, nel frattempo, ha avviato la verifica delle 12 piastre realizzate dalla stessa ditta e tutte localizzate nella zona Ovest del capoluogo, tranne una che si trova a Paganica.
Intanto, la prima notte degli sfollati di Coppito 2 è trascorsa in un albergo, non in una tendopoli. Ma il senso di incertezza, quella precarietà claustrofobica che fa guardare al futuro con timore, è lo stesso di otto anni fa. Non è stato il terremoto, stavolta, a cacciare di casa chi la casa l’aveva già persa nel 2009, e che da mercoledì è costretto a ripensare ancora una volta la propria vita e trovare un’altra sistemazione. Il Comune ha già messo a disposizione i 133 alloggi liberi del Progetto Case, dislocati in 12 new town, per le famiglie costrette a lasciare gli appartamenti. Tutta colpa dei pilastri marciti a causa delle infiltrazioni d’acqua. In un’ora, 70 persone sono state costrette a lasciarli, prendendo quello che era possibile portare via. Come otto anni fa.
Ieri mattina, assicura Pelini, sono iniziati i colloqui con 23 delle 24 famiglie sgomberate. «Seguendo le priorità consuete, vale a dire presenza di anziani, questioni lavorative o figli piccoli, abbiamo cominciato ad abbinare gli alloggi disponibili alle famiglie - prosegue l’assessore -. Ovviamente abbiamo messo a disposizione tutto quello che avevamo e anche di più, nel senso che stiamo lavorando per rendere immediatamente disponibili quegli alloggi che già erano in fase di recupero. Stiamo cercando di sistemare tutti, ma ci vuole qualche giorno. Completeremo le assegnazioni lunedì e nel frattempo le famiglie continueranno a rimanere in albergo. Se qualcuno, invece, ha la bacchetta magica e pensa di poter risolvere più celermente il problema, si faccia pure avanti».
A Coppito 3, spiega ancora l’assessore, si stanno recuperando tutti gli alloggi possibili, ma certamente non basteranno per tutti. Lo stesso si sta facendo anche per le new town più vicine e per Sant’Antonio: «Ci stiamo provando, perché ci siamo messi come sempre nei panni di quelle famiglie». Il settore opere pubbliche, nel frattempo, ha avviato la verifica delle 12 piastre realizzate dalla stessa ditta e tutte localizzate nella zona Ovest del capoluogo, tranne una che si trova a Paganica.