FRANCAVILLA

Palazzine sequestrate, richiesta di risarcimento da 15 milioni  

I due edifici finiti nel mirino della Procura per lottizzazione abusiva. La ditta Corallo: costruzioni avviate dopo la doppia autorizzazione del Comune e il pagamento degli oneri accessori 

FRANCAVILLA. Quindici milioni di euro. A tanto ammonta la richiesta di risarcimento danni che la ditta Corallo, titolare delle due palazzine in corso di costruzione sul lungomare Francesco Paolo Tosti a Francavilla e sequestrate dalla procura di Chieti per lottizzazione abusiva, avanza adesso al Comune di Francavilla.

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Il provvedimento, firmato lo scorso 25 luglio dal giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis, richiesto dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani dopo il lavoro svolto dai carabinieri forestali, ha visto in seguito la proposizione dei ricorsi presentati da due dei cinque indagati, Ruggero Di Pietro, legale rappresentante della ditta Corallo e dal geometra Carlo Matricardi, entrambi rigettati. Anche alla luce di questo passaggio, la ditta che sta realizzando le due palazzine finite sotto la lente d’ingrandimento, nei giorni scorsi ha protocollato negli uffici del Comune di Francavilla la richiesta di risarcimento danni.
Stando a quello che filtra, sono due i pilastri su cui poggiano le tesi della scrivente: il primo risiede nel fatto che nel 2021 la ditta Corallo ha acquisito dal tribunale di Chieti 10.500 metri cubi, quelli che fanno riferimento all’ex Iri School College e che oggi sono finiti sotto sequestro.
Il secondo punto riguarda le autorizzazioni ricevute dal Comune di Francavilla, sulla scorta delle quali sono iniziate le attività di costruzione. La prima, concessa nel 2022 e la seconda nel 2023. Inoltre, sempre stando alle carte emerse, la stessa ditta Corallo avrebbe pagato una somma di oltre 300mila euro, versata nelle casse del Comune, come oneri accessorio, a fronte di un totale dell’importo che supera il mezzo milione di euro.
Alla luce di questo quadro e sulla base delle autorizzazioni ricevute, la costruttrice ha portato avanti le attività, investendo fino a questo momento una somma che si aggira sui 6 milioni di euro, coinvolgendo nelle operazioni anche maestranze locali. Altro tassello, non trascurabile, è quello che riguarda la vendita delle unità immobiliari che dovrebbero sorgere nelle due palazzine: sono già stati stipulati dei contratti con gli acquirenti, con il versamento di caparre e di altre somme necessarie per redazione degli atti.

Chiaro è che la notizia del sequestro ora rischia di rimettere tutto in discussione, motivo che ha spinto la costruttrice ad avanzare la richiesta di risarcimento danni. Alla luce degli ultimi sviluppi, sulla vicenda intervengono il sindaco Luisa Russo e l'assessore all'Urbanistica Luca Paolucci: «È una vicenda molto complessa, che trae origine dalla nota convenzione stipulata durante la precedente amministrazione tra il Comune e la società Maestrale, seppur si tratti di questioni distinte», spiegano in una nota. «Questa storia rappresenta una ferita profonda per la città, per cui sono in corso tutti gli approfondimenti del caso da parte dell'autorità giudiziaria e degli uffici comunali preposti. L’obiettivo è quello che si faccia piena luce, accertando ogni responsabilità, così da giungere a una soluzione che tuteli gli interessi della città e dei cittadini».
E concludono: «Fin da subito abbiamo avviato un percorso che assicuri uno sviluppo sostenibile, lavorando sulle necessarie modifiche alle norme esistenti, poco chiare e quindi soggette ad interpretazione».