Pensioni alle Poste col Green pass «Non tutti sanno usare i telefonini»
Dal 1° febbraio servirà mostrare la certificazione, in tanti stanno chiedendo aiuto per stamparla Severini (Federanziani): «Sono vaccinati e informati, il vero problema è l’uso della tecnologia»
PESCARA. Hanno una settimana abbondante per organizzarsi. I meno tecnologici dovranno stamparlo chiedendo aiuto a figli, nipoti, amici o a qualche centro, mentre per i più smart, basterà ricordarsi dove lo hanno memorizzato. Dal primo febbraio, anche per ritirare la pensione servirà il Green pass base.
La novità di fatto non spaventa molto i pensionati, dal momento che quasi tutti sono vaccinati. Diverso è invece l’aspetto relativo al fattore tecnologico. Non tutti hanno dimestichezza con i telefoni che al momento sono gli strumenti più utilizzati per conservare il certificato verde e, di certo, sono in pochi a sapere cos’è un qr code. «Molti sicuramente sono spaventati», commenta Miriam Severini, vicepresidente nazionale di SeniorItalia Federanziani e presidente di Sipes, neo sindacato italiano pensionati salute. «Gli anziani sono molto più informati di quanto possiamo immaginare, perché sono i principali fruitori di televisione e informazione, fatto salvo che non sempre è semplice decodificare il messaggio che arriva. Si stanno preparando come tutti a questa novità, tenuto conto che sono pochi gli anziani non vaccinati. L'unico fattore però è quello digitale. Sono diversi gli interventi fatti sulla popolazione anziana, affinché fruisca dei bonus tecnologici. Noi per primi, come SeniorItalia, abbiamo portato avanti diversi corsi. Ma una cosa è la formazione più soft, sull’utilizzo ad esempio di Facebook e di Whatsapp, altra cosa è la gestione tecnologica delle prenotazioni. Lo stesso utilizzo dello Spid (sistema di identità digitale, ndc) rappresenta un grande limite. Avevamo attivato delle iniziative sulla sicurezza tecnologica in collaborazione con il Comune di Pescara», ricorda Severini, «che però per via del Covid abbiamo dovuto interrompere. Ora stiamo pensando di ripartire proprio perché anche questi aspetti sono diventanti indispensabili per gli anziani, e speriamo di poterli rendere sempre più autonomi nel più breve tempo possibile». Nel frattempo dovranno affidarsi ai loro cari per farsi spiegare come funziona la certificazione verde.
«Per chi non ha una rete familiare, ci sono comunque i centri sociali che sicuramente possono costituire un appoggio anche in questo», conclude Severini. «Diverse persone si stanno rivolgendo anche ai nostri Caf», sottolinea Luigi Pietrosimone della Federazione nazionale pensionati Cisl Abruzzo-Molise. «Il vaccino è indispensabile, e tutti gli anziani lo hanno capito, quindi quasi tutti hanno il Green pass. Il punto è che non tutti hanno il certificato sul telefono e quindi tendono a farlo stampare rivolgendosi ai nostri centri di assistenza».
«I pensionati hanno quasi tutti il Green pass», ribadisce Alessandra Di Simone, segretario Sindacato Pensionati Cgil, «quindi non stanno vivendo questa novità con preoccupazione. Vedremo nella pratica dal primo febbraio, quando si troveranno di fronte al momento della verifica, ma credo che non ci saranno criticità. Un ambito che invece crea davvero molte difficoltà è lo Spid. Un incubo per molti. Qualcosa di proibitivo. Diversamente da ciò che si dice ovvero che lo Spid crea un rapporto diretto con la pubblica amministrazione, per l’anziano è solo un elemento di emarginazione».
La novità di fatto non spaventa molto i pensionati, dal momento che quasi tutti sono vaccinati. Diverso è invece l’aspetto relativo al fattore tecnologico. Non tutti hanno dimestichezza con i telefoni che al momento sono gli strumenti più utilizzati per conservare il certificato verde e, di certo, sono in pochi a sapere cos’è un qr code. «Molti sicuramente sono spaventati», commenta Miriam Severini, vicepresidente nazionale di SeniorItalia Federanziani e presidente di Sipes, neo sindacato italiano pensionati salute. «Gli anziani sono molto più informati di quanto possiamo immaginare, perché sono i principali fruitori di televisione e informazione, fatto salvo che non sempre è semplice decodificare il messaggio che arriva. Si stanno preparando come tutti a questa novità, tenuto conto che sono pochi gli anziani non vaccinati. L'unico fattore però è quello digitale. Sono diversi gli interventi fatti sulla popolazione anziana, affinché fruisca dei bonus tecnologici. Noi per primi, come SeniorItalia, abbiamo portato avanti diversi corsi. Ma una cosa è la formazione più soft, sull’utilizzo ad esempio di Facebook e di Whatsapp, altra cosa è la gestione tecnologica delle prenotazioni. Lo stesso utilizzo dello Spid (sistema di identità digitale, ndc) rappresenta un grande limite. Avevamo attivato delle iniziative sulla sicurezza tecnologica in collaborazione con il Comune di Pescara», ricorda Severini, «che però per via del Covid abbiamo dovuto interrompere. Ora stiamo pensando di ripartire proprio perché anche questi aspetti sono diventanti indispensabili per gli anziani, e speriamo di poterli rendere sempre più autonomi nel più breve tempo possibile». Nel frattempo dovranno affidarsi ai loro cari per farsi spiegare come funziona la certificazione verde.
«Per chi non ha una rete familiare, ci sono comunque i centri sociali che sicuramente possono costituire un appoggio anche in questo», conclude Severini. «Diverse persone si stanno rivolgendo anche ai nostri Caf», sottolinea Luigi Pietrosimone della Federazione nazionale pensionati Cisl Abruzzo-Molise. «Il vaccino è indispensabile, e tutti gli anziani lo hanno capito, quindi quasi tutti hanno il Green pass. Il punto è che non tutti hanno il certificato sul telefono e quindi tendono a farlo stampare rivolgendosi ai nostri centri di assistenza».
«I pensionati hanno quasi tutti il Green pass», ribadisce Alessandra Di Simone, segretario Sindacato Pensionati Cgil, «quindi non stanno vivendo questa novità con preoccupazione. Vedremo nella pratica dal primo febbraio, quando si troveranno di fronte al momento della verifica, ma credo che non ci saranno criticità. Un ambito che invece crea davvero molte difficoltà è lo Spid. Un incubo per molti. Qualcosa di proibitivo. Diversamente da ciò che si dice ovvero che lo Spid crea un rapporto diretto con la pubblica amministrazione, per l’anziano è solo un elemento di emarginazione».