Per tre giorni i rifugiati puliscono i parchi cittadini 

Oggi il primo appuntamento dell’iniziativa organizzata dall’Accoglienza Caritas Nel 2023 sono state accolte 65 persone tra uomini e donne, più tredici minorenni

PESCARA. Tre appuntamenti dedicati alla cura del verde cittadino organizzati dal centro Sai (Servizio accoglienza immigrati) per rifugiati “Lapedream” del comune, gestito dalla Caritas diocesana Pescara – Penne. Rientrano nell’iniziativa denominata “Clean Up the Gap: per una sostenibilità inclusiva”, che anticipa la Giornata mondiale del rifugiato, in programma il 20 giugno, giorno in cui, davanti alla chiesa San Luigi, sarà allestito uno stand informativo a cura delle operatrici Sai, in concomitanza con la festa della parrocchia.
Ci saranno tre momenti aperti alla cittadinanza, che prevedono la pulizia e la cura di altrettanti parchi cittadini. Il primo appuntamento è previsto per domani, dalle 10 alle 12, al parco di Villa Sabucchi. Si prosegue lunedì prossimo, dalle 15 alle 17, a Villa De Riseis. L’ultima tappa è stata fissata per mercoledì 12, sempre dalle 15 alle 17, all’interno del parco ex caserma Di Cocco.
«L’iniziativa», spiega Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana, «nasce nell’ambito delle celebrazioni della Giornata Mondiale del rifugiato 2024 a testimonianza dell’impegno dei rifugiati per il territorio e come ringraziamento alla città che li ospita, prendendosene cura e mettendosi a disposizione per rendere tre parchi di Pescara più puliti e fruibili per la comunità. Questi momenti sono senza dubbio una possibilità ulteriore di accoglienza, di coesione sociale, di condivisione e di conoscenza». Sul territorio di Pescara, i rifugiati accolti dalla Caritas attraverso il progetto Lapedream, secondo quanto riportato nel bilancio sociale 2023, sono stati 65 (46 uomini e 19 donne) più 13 minori, ma i posti disponibili nei due centri presenti sul territorio sono trentacinque, in base alle indicazioni del Ministero che finanzia i comuni. «Il percorso dura solitamente sei mesi», spiega Francesca De Maso, assistente sociale del comune di Pescara per il Sai. «I rifugiati, dal momento che ottengono lo status di rifugiato politico e richiedente asilo, vengono accolti nei due centri della città, uno per uomini e l’altro per donne e minori, e cominciano il percorso. Prevista una rotazione, considerando che il numero dei posti è fisso». Gli uomini provengono, per la maggior parte, dal Bangladesh e dal Pakistan, le donne soprattutto dalla Nigeria e dalla Somalia, senza escludere altre nazionalità. Si parte con l’accoglienza, accompagnata da un’assistenza sociale e psicologica, per procedere con l'insegnamento della lingua italiana. «Al termine del percorso, è previsto un contributo per aiutare queste persone a cercare una sistemazione. Molte vanno in altre località italiane. In pochi restano sul territorio», precisa De Maso.