«Pescara perderà tutte le palme»
E’ una zona endemica, parte l’abbattimento di altre trenta piante
PESCARA. Le palme di Pescara sono tutte destinate a morire. Il Punteruolo rosso, famigerato parassita che si insedia nelle piante fino ad ucciderle, non può essere più debellato. Tutti gli sforzi effettuati finora per cercare di curare gli alberi malati non sono serviti. Per questo motivo Pescara è stata classificata zona endemica, dove il rischio di contagio delle palme ancora sane è elevatissimo.
L’allarme è stato lanciato ieri, durante l’audizione di un esperto dell’Arssa, l’agenzia regionale che si occupa dello sviluppo agricolo, in commissione ambiente, presieduta da Nico Lerri. Poco più tardi, l’amministrazione comunale ha annunciato l’abbattimento di altre 30 piante malate, oltre le 80 già programmate nei giorni scorsi. Sale così a 260 il numero degli alberi che Pescara ha perso a causa del Punteruolo rosso, su un totale di 700. E ora divampano le polemiche sui ritardi nell’avvio degli interventi, da parte della precedente amministrazione. Ma vediamo, nel dettaglio, le novità.
«ZONA ENDEMICA» Pescara è stata inserita nell’elenco delle cosiddette «zone di insediamento», cioè come luogo in cui non è più possibile l’eliminazione dell’insetto. «Dobbiamo abituarci a conviverci», ha spiegato Lerri, «adottando, comunque, misure per il contenimento delle infestazioni e per il rallentamento della malattia che porta alla morte delle palme».
PIANTE VERSO LA MORTE Le palme, vanto della riviera pescarese, rischiano di scomparire per sempre dalla città. Ieri, il tecnico dell’Arssa è stato chiaro. Il Punteruolo rosso non può essere più fermato e tutte le piante presenti in città rischiano la morte.
«L’amministrazione comunale», ha affermato Lerri, «sta operando per contenere la diffusione dell’insetto, attraverso l’abbattimento sistematico delle palme infette e lo smaltimento speciale del materiale di risulta». Ma i risultati non sono stati soddisfacenti.
L’unica speranza è ora riposta in una molecola, ancora in fase di sperimentazione, che dovrebbe essere utilizzata in tutte le zone d’Italia colpite dal parassita. «Continuiamo ad attendere l’emanazione del decreto che, a livello nazionale, permetterebbe di sperimentare la molecola», ha fatto presente il presidente della commissione ambiente, «si tratta di un nuovo fitofarmaco, che potrebbe rivelarsi più efficace nella lotta contro il Punteruolo rosso e che dovrebbe sostituire i prodotti biologici utilizzati sino ad oggi».
VIA ALL’ABBATTIMENTO Il lavoro di abbattimento delle palme malate sembra non finire mai. E’ di pochi giorni fa l’ordinanza dell’Arssa che autorizza a togliere 80 palme colpite gravemente dal parassita. Ieri, ne è stato annunciata una seconda, per altre 30 piante. Dall’inizio dell’anno ad oggi ne sono state già abbattute 150. Se si sommano a quelle ancora da rimuovere si arriva a 260, cioè oltre un terzo delle palme presenti a Pescara. Sulla riviera, ormai, si contano più tronchi che alberi sani con la chioma.
MULTE PER I PRIVATI Adesso, scatta la tolleranza zero nei confronti dei proprietari delle palme che non effettuano la disinfestazione. «L’Arssa garantisce già dei controlli nel territorio», ha rivelato Lerri, «noi abbiamo offerto la collaborazione della polizia municipale per intensificare le verifiche delle piante di proprietà privata, lasciate spesso marcire all’interno dei condomini e dei giardini senza procedere alla rimozione». «Una condizione», ha aggiunto, «che inevitabilmente favorisce il proliferare dell’insetto».
L’amministrazione comunale ha emanato da tempo il provvedimento che obbliga i privati ad abbattere le piante malate. I trasgressori rischiano multe salatissime, con importi che vanno da 2.500 a 5.000 euro. Il Comune starebbe anche valutando la possibilità di costituirsi parte civile per richieste di risarcimento danni nei confronti dei privati che violano l’ordinanza.
ACCUSE PER I RITARDI Non potevano mancare le polemiche. L’attuale amministrazione accusa la precedente giunta per aver avviato in ritardo le cure per le piante malate. Se gli interventi con i fitofarmaci fossero partiti subito - è questo il ragionamento degli esponenti del centrodestra - probabilmente, molte palme si sarebbero potute salvare. Invece, le cure sono cominciate nella tarda primavera dell’anno scorso, quando il parassita era già molto diffuso.

L’allarme è stato lanciato ieri, durante l’audizione di un esperto dell’Arssa, l’agenzia regionale che si occupa dello sviluppo agricolo, in commissione ambiente, presieduta da Nico Lerri. Poco più tardi, l’amministrazione comunale ha annunciato l’abbattimento di altre 30 piante malate, oltre le 80 già programmate nei giorni scorsi. Sale così a 260 il numero degli alberi che Pescara ha perso a causa del Punteruolo rosso, su un totale di 700. E ora divampano le polemiche sui ritardi nell’avvio degli interventi, da parte della precedente amministrazione. Ma vediamo, nel dettaglio, le novità.
«ZONA ENDEMICA» Pescara è stata inserita nell’elenco delle cosiddette «zone di insediamento», cioè come luogo in cui non è più possibile l’eliminazione dell’insetto. «Dobbiamo abituarci a conviverci», ha spiegato Lerri, «adottando, comunque, misure per il contenimento delle infestazioni e per il rallentamento della malattia che porta alla morte delle palme».
PIANTE VERSO LA MORTE Le palme, vanto della riviera pescarese, rischiano di scomparire per sempre dalla città. Ieri, il tecnico dell’Arssa è stato chiaro. Il Punteruolo rosso non può essere più fermato e tutte le piante presenti in città rischiano la morte.
«L’amministrazione comunale», ha affermato Lerri, «sta operando per contenere la diffusione dell’insetto, attraverso l’abbattimento sistematico delle palme infette e lo smaltimento speciale del materiale di risulta». Ma i risultati non sono stati soddisfacenti.
L’unica speranza è ora riposta in una molecola, ancora in fase di sperimentazione, che dovrebbe essere utilizzata in tutte le zone d’Italia colpite dal parassita. «Continuiamo ad attendere l’emanazione del decreto che, a livello nazionale, permetterebbe di sperimentare la molecola», ha fatto presente il presidente della commissione ambiente, «si tratta di un nuovo fitofarmaco, che potrebbe rivelarsi più efficace nella lotta contro il Punteruolo rosso e che dovrebbe sostituire i prodotti biologici utilizzati sino ad oggi».
VIA ALL’ABBATTIMENTO Il lavoro di abbattimento delle palme malate sembra non finire mai. E’ di pochi giorni fa l’ordinanza dell’Arssa che autorizza a togliere 80 palme colpite gravemente dal parassita. Ieri, ne è stato annunciata una seconda, per altre 30 piante. Dall’inizio dell’anno ad oggi ne sono state già abbattute 150. Se si sommano a quelle ancora da rimuovere si arriva a 260, cioè oltre un terzo delle palme presenti a Pescara. Sulla riviera, ormai, si contano più tronchi che alberi sani con la chioma.
MULTE PER I PRIVATI Adesso, scatta la tolleranza zero nei confronti dei proprietari delle palme che non effettuano la disinfestazione. «L’Arssa garantisce già dei controlli nel territorio», ha rivelato Lerri, «noi abbiamo offerto la collaborazione della polizia municipale per intensificare le verifiche delle piante di proprietà privata, lasciate spesso marcire all’interno dei condomini e dei giardini senza procedere alla rimozione». «Una condizione», ha aggiunto, «che inevitabilmente favorisce il proliferare dell’insetto».
L’amministrazione comunale ha emanato da tempo il provvedimento che obbliga i privati ad abbattere le piante malate. I trasgressori rischiano multe salatissime, con importi che vanno da 2.500 a 5.000 euro. Il Comune starebbe anche valutando la possibilità di costituirsi parte civile per richieste di risarcimento danni nei confronti dei privati che violano l’ordinanza.
ACCUSE PER I RITARDI Non potevano mancare le polemiche. L’attuale amministrazione accusa la precedente giunta per aver avviato in ritardo le cure per le piante malate. Se gli interventi con i fitofarmaci fossero partiti subito - è questo il ragionamento degli esponenti del centrodestra - probabilmente, molte palme si sarebbero potute salvare. Invece, le cure sono cominciate nella tarda primavera dell’anno scorso, quando il parassita era già molto diffuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA