Pescara, settimana corta al liceo D’Annunzio: 330 firme per dire no
Petizione dei genitori contro la proposta di allungare l’orario del venerdì. Contrari anche gli studenti: «Faticoso e inutile». E in mattinata la preside non riceve la delegazione
PESCARA. Oltre 330 firme per dire no alla settimana corta al liceo classico D’Annunzio. La petizione con le firme dei genitori degli studenti, in gran parte contrari alle lezioni dal lunedì al venerdì, è stata «già depositata negli uffici dell'istituto di via Venezia», secondo quanto riferiscono alcuni firmatari.
Stamani è prevista un'assemblea a scuola, a cui parteciperanno genitori, alunni e insegnanti, per ribadire il no secco al provvedimento che per ora è solo una proposta avanzata qualche giorno fa dalla componente genitori (quattro persone) del consiglio d’istituto che dovrà deliberare ufficialmente il 15 giugno. Altre scuole di Pescara e provincia – Marconi, alberghiero, Aterno - Manthonè, Tinozzi – da anni hanno adottato la settimana corta, ma al Classico la proposta è stata bocciata senza appello. Una polemica sollevata dai genitori che appoggiano le rimostranze dei figli, i quali sostengono che un orario più lungo delle lezioni quotidiane, che generalmente si svolgono dalle 8.15 fino alle 13, provocherebbe «un calo naturale dell'attenzione» e li costringerebbe poi «a prolungare lo studio a casa fino a notte fonda». E oltre a ciò, aggiungono i genitori «neppure gli insegnanti ce la farebbero a fare lezione anche fino alle 4 del pomeriggio». La preside Donatella D'Amico si dice favorevole, in generale, all'innovazione della settimana corta : «In Europa è una pratica molto diffusa che sta prendendo piede anche da noi», ma dichiara che intende «rispettare pienamente la decisione che emergerà dagli incontri tra le parti». La dirigente smorza in tal modo i toni di una polemica che nasce da una proposta non ancora ufficializzata. La settimana corta, cioè le lezioni che terminano il venerdi anzichè il sabato, interesserebbe il biennio e il triennio del liceo tradizionale ma non il liceo europeo, che continuerà a fare lezione tutti i giorni compreso il sabato fino alle 13.45 con rientro solo il giovedi e pranzo in mensa, fino a circa le 16 per totalizzare 30 ore di lezioni.
Per gli altri corsi di studio sarebbero previste dalle 27 ore per il biennio alle 31 ore del triennio, quindi i ragazzi uscirebbero da scuola in un orario che oscilla tra le 13 e le 14, con il prolungamento di un'ora. Ma orari precisi ed eventuali rientri pomeridiani sono ancora da definire. Una studentessa pescarese fa notare che anche una sola ora in più in classe andrebbe a «creare notevoli disagi soprattutto ai pendolari che arrivano da fuori Pescara». E spiega che già con gli orari attuali lo studio è pesante: «Quando esco da scuola torno a casa, pranzo e tra le 15, 30 e le 16, 30 comincio a studiare e proseguo fino a mezzanotte inoltrata. Se dovessi uscire da scuola alle 15 o alle 16 a che ora finirei di studiare? Senza contare che il sabato non sarebbe affatto di riposo perché di sicuro gli insegnanti ci caricherebbero di compiti». Secondo i genitori, che hanno «effettuato un sondaggio» a scuola, «il 70 per cento degli studenti (il Classico ne ha meno di mille) è assolutamente contrario alla settimana corta, che peraltro ha avuto il parere positivo dal collegio dei docenti con una maggioranza molto risicata». I genitori, quindi concludono: «La decisione finale verrà presa dal consiglio d’istituto dove ci sono le rappresentanze dei docenti, studenti, genitori e personale Ata, amministrativi e bidelli. Sicuramente la preside, che conosce a fondo gli aspetti pedagogici e didattici della scuola che dirige, non potrà ignorare la volontà chiara ed inequivocabile dei suoi studenti. Ma la votazione finale sembra non essere così scontata. L’auspicio è che non si vada a stravolgere un sistema che funziona benissimo per la smania di innovare e riformare».
Il comunicato di genitori e studenti. "Oggi 9 giugno 2017 una delegazione dei genitori, accompagnati dagli studenti, si è presentata davanti al Liceo Classico G. D’Annunzio di Pescara“, per far sentire ancora una volta, la voce di protesta contro l’introduzione della “settimana corta”. La componente genitori del Consiglio d’Istituto (eletta con circa 40 voti complessivi alle ultime elezioni), nelle persone di Susanna Della Torre, Daniela Iacobucci, Daniela Puglisi e Paola Damiani (presidente dell’Organo collegiale oltre che della Fondazione Pescarabruzzo), ha avanzato inaspettatamente per la totalità dei genitori, la proposta di introduzione della settimana corta convocando, in tempi “lampo”, il Consiglio (a scuola ormai chiusa). Tutto questo nonostante il parere contrario espresso (con un democratico sondaggio) sia dagli alunni che dai genitori pari al 70% dell’utenza interessata. La seduta del Consiglio sarà preceduta da una “riunione-farsa” - convocata con pochissimo preavviso e alle ore 10/11 di un giorno infrasettimanale lavorativo - dove i proponenti esterneranno, a “giochi fatti”, le ragioni delle loro scelte. La deprecata introduzione della settimana corta comporterà l’aumento di carico di lavoro per gli studenti che dovranno svolgere, in tempi “ristretti”, gli ampi programmi ministeriali che rimarranno, ovviamente , invariati. Gli studenti del liceo si troveranno a svolgere l’attività didattica con orari massacranti (anche di 8 ore al giorno), incompatibili con le materie specifiche del classico. Verrà mortificata, quindi, per scelta di pochissimi, la volontà delle famiglie di Pescara e Provincia che hanno creduto (e credono ancora) nella validità ed efficacia del metodo di studio del liceo classico italiano (unico in Europa) che permette ai ragazzi (futuri cittadini del domani) di affrontare la complessa società contemporanea. Nessuna attenzione, inoltre, agli enormi disagi che la settimana corta provocherà alle numerosissime famiglie di pendolari e allo svolgimento delle attività extra scolastiche. Per non pensare ai numerosi nuovi iscritti che potranno trovare, a settembre, questa “novità” né conosciuta né voluta al momento dell’iscrizione . Si vuole, quindi, “uccidere” la cultura classica e puntare ad un abbassamento della qualità di apprendimento. Il paradosso della questione è che gli studenti (quelli definiti “Bamboccioni”) sono stati i primi a dire "No" al sabato libero e alla condanna dello loro liceo. I genitori e gli studenti non si fermeranno nella loro battaglia per salvare la loro scuola, arrivando a coinvolgere anche le autorità pubbliche e giudiziarie. All’orizzonte, quindi, oltre che una calda estate, anche un autunno (molto) caldo". Alle 11,30 la preside D'Amico non ha ricevuto la delegazione che voleva consegnare questo documento.