Pescara, tre lauree in 4 anni: premiata nonna superstudentessa
Elisabetta ha ottenuto il primo titolo accademico a 67 anni: «Da ragazza non ho potuto studiare. Aspettavo un bimbo»
PESCARA. «Che cosa voglio fare nella vita? Continuare a studiare». Elisabetta Tatonetti, pescarese residente a Montesilvano Colle in una villetta piena di animali che sembra l'Arca di Noè, carattere frizzante, ha 71 anni e tre lauree conseguite negli ultimi quattro anni all'università D'Annunzio Chieti-Pescara. L'ultima con 110 e lode e tanti complimenti della commissione esaminatrice.
In pensione dal 2003, all'età di 68 anni il primo "pezzo di carta" con la triennale in Economia e management dedicata al figlio sommelier Luca Panunzio. Nel 2016 la seconda laurea, in Economia, mercati, sviluppo. Il 14 luglio scorso l'ultima fatica, con la discussione di una tesi sull’Unione europea per il conseguimento della Laurea Magistrale in Management e sviluppo socio-economico.
Il suo più grande sostenitore e mentore è il marito, Gianfranco Di Campli, direttore di banca in pensione, ex collega di lavoro negli anni Settanta a Teramo, sposato con rito civile al Comune di Pescara nel 1979 e, 25 anni dopo, risposato con rito religioso da don Palmerino Di Sciascio nella chiesa del Santissimo Rosario di via Cavour.
Dai figli - Luca, titolare del wine bar Bollicine in via Trento, 51 anni, i gemelli Vincenzo e Giuseppe, 49 e Monica, 47 (avuti con il primo marito) e Nicola - e i nipoti Alice, Martina, Alessandro, Elisa, 13, 11, 10 e 9 anni, attinge la forza quotidiana. Il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno le ha consegnato una targa ricordo «a riconoscimento del mio impegno come cittadina di Montesilvano» e il 4 agosto ha festeggiato l'ultima laurea con la famiglia al ristorante Villa Chiara di Città Sant'Angelo. Studiare è la sua ragione di vita, dopo una vita spesa a lavorare in banca (oggi Intesa San Paolo) come impiegata prima a Teramo e poi come dirigente, a Pescara e Città Sant'Angelo. Studiare le materie economiche le viene facile grazie a un diploma di ragioniera all'istituto Tito Acerbo (correva l'anno 1967), prima che il sogno il sogno di stare sui libri tutta la vita si infrangesse in giovane età dopo l'iscrizione alla facoltà di Economia e commercio della D'Annunzio.
Signora Elisabetta, perché non è riuscita a laurearsi da ragazza?
Perché, mentre studiavo all'Acerbo, mi sono accorta di aspettare un bambino. Così mi sono sposata con il mio ex marito di origine napoletana. Dopo il matrimonio mi sono preparata da sola per l'esame di Stato. Ho sempre amato studiare, a 15 anni sono stata vincitrice di un concorso in cui sono risultata prima alunna d'Italia. Alla media Mazzini andavo male in storia, latino, geografia e italiano e sono stata bocciata forse perché non piacevo a una prof: all'epoca ero discola e avevo un carattere vivace. Non ho mai frequentato l'università, facevo solo gli esami e per mantenere la famiglia ho dato lezioni private di ripetizione per 11 anni. Per poter lavorare, lasciavo i miei figli alle suore del Sacro Cuore alla Pineta. Mi mancavano sei- sette esami ma mi sono inceppata in matematica e statistica, ironia della sorte. Sei anni fa ho deciso di rimettermi sui libri a studiare economia e management come i miei fratelli, Attilio, Donato e Maria. Mia madre non voleva che prendessi altre strade, all'epoca mi sarebbe piaciuto fare giurisprudenza.
Che cosa altro vuole fare? «Quello che faccio da una vita: continuare a studiare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In pensione dal 2003, all'età di 68 anni il primo "pezzo di carta" con la triennale in Economia e management dedicata al figlio sommelier Luca Panunzio. Nel 2016 la seconda laurea, in Economia, mercati, sviluppo. Il 14 luglio scorso l'ultima fatica, con la discussione di una tesi sull’Unione europea per il conseguimento della Laurea Magistrale in Management e sviluppo socio-economico.
Il suo più grande sostenitore e mentore è il marito, Gianfranco Di Campli, direttore di banca in pensione, ex collega di lavoro negli anni Settanta a Teramo, sposato con rito civile al Comune di Pescara nel 1979 e, 25 anni dopo, risposato con rito religioso da don Palmerino Di Sciascio nella chiesa del Santissimo Rosario di via Cavour.
Dai figli - Luca, titolare del wine bar Bollicine in via Trento, 51 anni, i gemelli Vincenzo e Giuseppe, 49 e Monica, 47 (avuti con il primo marito) e Nicola - e i nipoti Alice, Martina, Alessandro, Elisa, 13, 11, 10 e 9 anni, attinge la forza quotidiana. Il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno le ha consegnato una targa ricordo «a riconoscimento del mio impegno come cittadina di Montesilvano» e il 4 agosto ha festeggiato l'ultima laurea con la famiglia al ristorante Villa Chiara di Città Sant'Angelo. Studiare è la sua ragione di vita, dopo una vita spesa a lavorare in banca (oggi Intesa San Paolo) come impiegata prima a Teramo e poi come dirigente, a Pescara e Città Sant'Angelo. Studiare le materie economiche le viene facile grazie a un diploma di ragioniera all'istituto Tito Acerbo (correva l'anno 1967), prima che il sogno il sogno di stare sui libri tutta la vita si infrangesse in giovane età dopo l'iscrizione alla facoltà di Economia e commercio della D'Annunzio.
Signora Elisabetta, perché non è riuscita a laurearsi da ragazza?
Perché, mentre studiavo all'Acerbo, mi sono accorta di aspettare un bambino. Così mi sono sposata con il mio ex marito di origine napoletana. Dopo il matrimonio mi sono preparata da sola per l'esame di Stato. Ho sempre amato studiare, a 15 anni sono stata vincitrice di un concorso in cui sono risultata prima alunna d'Italia. Alla media Mazzini andavo male in storia, latino, geografia e italiano e sono stata bocciata forse perché non piacevo a una prof: all'epoca ero discola e avevo un carattere vivace. Non ho mai frequentato l'università, facevo solo gli esami e per mantenere la famiglia ho dato lezioni private di ripetizione per 11 anni. Per poter lavorare, lasciavo i miei figli alle suore del Sacro Cuore alla Pineta. Mi mancavano sei- sette esami ma mi sono inceppata in matematica e statistica, ironia della sorte. Sei anni fa ho deciso di rimettermi sui libri a studiare economia e management come i miei fratelli, Attilio, Donato e Maria. Mia madre non voleva che prendessi altre strade, all'epoca mi sarebbe piaciuto fare giurisprudenza.
Che cosa altro vuole fare? «Quello che faccio da una vita: continuare a studiare».
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