Porto, via alla chiusura per i lavori del ponte
Stop alla navigazione a nord del fiume, in arrivo anche il dragaggio dei fondali
PESCARA. Il porto canale chiuderà un tratto per lavori. Ieri, fonti del Comune hanno preannunciato il blocco dell’asta fluviale a nord per qualche giorno per consentire all’impresa che sta realizzando il Ponte del mare di completare l’opera. La data precisa dello stop alla navigazione verrà decisa stamattina, durante una riunione convocata per stabilire anche un programma per l’avvio del dragaggio. Dopo un anno e mezzo di attesa, sta per cominciare l’intervento di escavo del porto, diventato nel corso dei mesi inaccessibile in molti punti a causa dei fondali bassi. Secondo le previsioni del comandante della Direzione marittima, Antonio Basile, l’operazione dovrebbe partire a giorni. «Forse, entro il 10 maggio», ha affermato.
La riunione si svolgerà questa mattina, alle 10, negli uffici della Direzione marittima. Saranno presenti, oltre al comandante, Antonio Basile, anche il direttore d’area tecnica del Comune, Luciano Di Biase, i vertici dell’impresa di Rimini che si è aggiudicata l’appalto del dragaggio e alcuni tecnici del ministero delle Infrastrutture.
CHIUDE IL PORTO. I partecipanti alla riunione hanno il difficile compito di stabilire un cronoprogramma per coordinare entrambe le operazioni, di chiusura dell’asta fluviale per svolgere i lavori del Ponte del mare e del dragaggio. «Ci servono due o tre giorni per l’intervento sul ponte» ha spiegato Luciano Di Biase «per evitare disagi, l’operazione si potrebbe svolgere in un fine settimana, come ad esempio dal 15 al 17 maggio». Una volta fissata la data, la Direzione marittima emanerà un’ordinanza per regolare le attività portuali durante l’intervento. L’asta fluviale chiuderà nel tratto più a nord per motivi di sicurezza, per evitare incidenti durante il montaggio del pezzo centrale del Ponte del mare, cioè del tratto di congiungimento delle due rampe di accesso dalle riviere. I pescherecchi dovranno attraccare per 2 o 3 giorni alle banchine posizionate più a sud, rispetto ai posti occupati normalmente dalle barche.
TORNA LA DRAGA. E’ vicino al traguardo il lungo iter per l’avvio del dragaggio. I lavori partiranno proprio a ridosso dell’inizio della stagione balneare ma, a detta del comandante Basile, l’intervento di escavo non dovrebbe compromettere la qualità dell’acqua del mare.
Sta di fatto che in alcuni punti del porto canale il livello dell’acqua non supera alcune decine di centimetri. Il ministero delle Infrastrutture ha stanziato 800mila euro per il dragaggio nel porto di Pescara, ma questa somma è appena sufficiente per eliminare 80mila metri cubi di fanghi.
Secondo gli esperti, ci vorrebbero più soldi. La situazione dei fondali, del resto, appare drammatica. I pescatori sono costretti a fare lo slalom con le loro barche per entrare e uscire dal porto ed evitare di incagliarsi nel fango accumulato. Nonostante ciò, si registrano spesso incidenti.
Nel gennaio scorso, il direttore dell’Unione industriali, Luigi Di Giosaffatte, aveva scritto una lettera alla Direzione marittima, al Provveditorato alle opere marittime, alla Regione, per fare presente i danni all’economia locale. «L’attuale quota dei fondali» si leggeva nella lettera «non risponde alle esigenze delle industrie e delle aziende locali che hanno deciso di utilizzare il nostro scalo per approvvigionarsi di prodotti e materie prime. L’aumentare dei costi, a causa della mancata manutenzione dei fondali, comporterà drammatiche ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla competitività delle aziende».
VIA AL RIPASCIMENTO. Con il dragaggio si risolveranno anche i problemi della costa sud erosa dalle mareggiate. Ci sono 25mila metri cubi di sabbia, accumulati con il precedente escavo nella vasca di colmata, situata nella banchina di levante del porto, che verranno utilizzati per il ripascimento del litorale sud. Così la vasca, una volta svuotata, potrà essere riempita di nuovo con il limo prelevato durante il dragaggio. L’aumento della profondità dei fondali dovrebbe migliorare anche il deflusso del fiume, riducendo l’inquinamento del mare. In proposito, le prime analisi della stagione, pubblicate ieri dal Centro, hanno evidenziato un innalzamento del numero dei colibatteri nell’acqua nel tratto di riviera nord vicino al porto. Il consigliere, Enzo Del Vecchio, ha fatto notare, però, che «i valori sono accettabili dove ci sono gli stabilimenti».
La riunione si svolgerà questa mattina, alle 10, negli uffici della Direzione marittima. Saranno presenti, oltre al comandante, Antonio Basile, anche il direttore d’area tecnica del Comune, Luciano Di Biase, i vertici dell’impresa di Rimini che si è aggiudicata l’appalto del dragaggio e alcuni tecnici del ministero delle Infrastrutture.
CHIUDE IL PORTO. I partecipanti alla riunione hanno il difficile compito di stabilire un cronoprogramma per coordinare entrambe le operazioni, di chiusura dell’asta fluviale per svolgere i lavori del Ponte del mare e del dragaggio. «Ci servono due o tre giorni per l’intervento sul ponte» ha spiegato Luciano Di Biase «per evitare disagi, l’operazione si potrebbe svolgere in un fine settimana, come ad esempio dal 15 al 17 maggio». Una volta fissata la data, la Direzione marittima emanerà un’ordinanza per regolare le attività portuali durante l’intervento. L’asta fluviale chiuderà nel tratto più a nord per motivi di sicurezza, per evitare incidenti durante il montaggio del pezzo centrale del Ponte del mare, cioè del tratto di congiungimento delle due rampe di accesso dalle riviere. I pescherecchi dovranno attraccare per 2 o 3 giorni alle banchine posizionate più a sud, rispetto ai posti occupati normalmente dalle barche.
TORNA LA DRAGA. E’ vicino al traguardo il lungo iter per l’avvio del dragaggio. I lavori partiranno proprio a ridosso dell’inizio della stagione balneare ma, a detta del comandante Basile, l’intervento di escavo non dovrebbe compromettere la qualità dell’acqua del mare.
Sta di fatto che in alcuni punti del porto canale il livello dell’acqua non supera alcune decine di centimetri. Il ministero delle Infrastrutture ha stanziato 800mila euro per il dragaggio nel porto di Pescara, ma questa somma è appena sufficiente per eliminare 80mila metri cubi di fanghi.
Secondo gli esperti, ci vorrebbero più soldi. La situazione dei fondali, del resto, appare drammatica. I pescatori sono costretti a fare lo slalom con le loro barche per entrare e uscire dal porto ed evitare di incagliarsi nel fango accumulato. Nonostante ciò, si registrano spesso incidenti.
Nel gennaio scorso, il direttore dell’Unione industriali, Luigi Di Giosaffatte, aveva scritto una lettera alla Direzione marittima, al Provveditorato alle opere marittime, alla Regione, per fare presente i danni all’economia locale. «L’attuale quota dei fondali» si leggeva nella lettera «non risponde alle esigenze delle industrie e delle aziende locali che hanno deciso di utilizzare il nostro scalo per approvvigionarsi di prodotti e materie prime. L’aumentare dei costi, a causa della mancata manutenzione dei fondali, comporterà drammatiche ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla competitività delle aziende».
VIA AL RIPASCIMENTO. Con il dragaggio si risolveranno anche i problemi della costa sud erosa dalle mareggiate. Ci sono 25mila metri cubi di sabbia, accumulati con il precedente escavo nella vasca di colmata, situata nella banchina di levante del porto, che verranno utilizzati per il ripascimento del litorale sud. Così la vasca, una volta svuotata, potrà essere riempita di nuovo con il limo prelevato durante il dragaggio. L’aumento della profondità dei fondali dovrebbe migliorare anche il deflusso del fiume, riducendo l’inquinamento del mare. In proposito, le prime analisi della stagione, pubblicate ieri dal Centro, hanno evidenziato un innalzamento del numero dei colibatteri nell’acqua nel tratto di riviera nord vicino al porto. Il consigliere, Enzo Del Vecchio, ha fatto notare, però, che «i valori sono accettabili dove ci sono gli stabilimenti».