Pugni e calci in Pediatria
Un ragazzo alterato scatena il caos nel reparto
PESCARA. Pugni, calci, urla e sputi. E’ stata una notte da Gotham City, quella tra venerdì e sabato, nel reparto Pediatria dell’ospedale Santo Spirito di Pescara. Se fosse stato un cartone animato, in aiuto dei piccoli pazienti sarebbe arrivato subito Batman. Invece, ci sono volute quasi due ore di fatica per riportare la calma. E’ successo che, intorno alle tre, nel reparto è stato portato un ragazzo in condizioni talmente alterate da rivelarsi intrattatile. Anzi, per meglio dire, indomabile. Medici, infermieri e guardie giurate non ce l’hanno fatta a tenerlo a bada e, dopo aver rischiato a più riprese l’incolumità, hanno dovuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Purtroppo, a distanza di alcuni mesi dagli annunci roboanti e dalle conferenze stampa, del pronto soccorso pediatrico non si trova ancora traccia. I pazienti continuano a essere portati direttamente nel reparto, dove c’è un ambulatorio medico proprio a ridosso delle stanze. Alcuni genitori di bimbi ricoverati, dopo la brutta esperienza dell’altra sera, si sono fatti sentire. Qualcuno ha anche coltivato l’idea di portare via il figliolo. Atteggiamento comprensibile: ci sono stati momenti di grande apprensione che, di certo, non dovrebbero essere vissuti da chi si trova in un posto di cure. A metà gennaio, nel corso di un incontro con la stampa avvenuto nel palazzo della Provincia, l’associazione “Due ali per Pescara” del presidente Aldo Di Cosmo ha illustrato un lodevole progetto di finanziamento del pronto soccorso pediatrico del Santo Spirito. Diecimila euro tanto per cominciare. Soldi raccolti soprattutto grazie a elargizioni liberali. Poi, è arrivato il sostegno di “Pescara siamo noi”, emanazione della tifoseria biancazzurra di stanza nella curva nord: 15mila euro benedetti. Grande cuore, quello di Rangers. Altri quattromila euro li hanno tirati su, con gli incassi di due spettacoli teatrali, le associazioni “Ad hoc” e “Arteatro”. E poi? E poi nessuno si è preso la briga di liberare uno dei locali che compongono il pronto soccorso del Santo Spirito. Nel corso di questi mesi, ci sono state numerose sollecitazioni, soprattutto da parte dei medici di Pediatria, ma nessuna è andata a segno. Solo la parte del programma relativa all’assunzione di due infermiere si è sviluppata, più o meno, secondo i tempi previsti. Senza un locale bene attrezzato, e soprattutto, ubicato nel posto giusto, di fatto non si può realizzare il pronto soccorso. La speranza è che i vertici della Asl, dopo l’increscioso episodio dell’altra notte, superino i problemi esistenti. Tra l’altro, i ritardi, anche se avessero motivazioni accettabili, mortificano l’operato delle onlus che si sono adoperate per mettere su la struttura. In Abruzzo, bisogna ricordarlo, non esiste un pronto soccorso specifico per i piccini. La necessità di crearne uno a Pescara è dettata anche dai numeri: più di ottomila interventi nell’ultimo anno. Bimbi e genitori che arrivano al Santo Spirito, come negli altri ospedali regionali, si ritrovano nella concitata realtà di un pronto soccorso e, così, aggiungono grandi dosi di stress alla sofferenza. L’avvento in politica di Carla Panzino, voce forte e chiara del volontariato pescarese, invita a ben sperare per il futuro. |