Quando sbagliano i controllori Le storie dei funzionari infedeli
L’AQUILA. Chi baderà ai custodi? La domanda che Giovenale si poneva già nel primo secolo dopo Cristo è destinata a restare senza risposta all’Aquila, nell’anno quinto dal terremoto, dove sono in...
L’AQUILA. Chi baderà ai custodi? La domanda che Giovenale si poneva già nel primo secolo dopo Cristo è destinata a restare senza risposta all’Aquila, nell’anno quinto dal terremoto, dove sono in tanti, a scorrere la cronaca giudiziaria, i controllori che non hanno controllato. Anzi, qualcuno ci è finito pure in carcere. Una lunga lista di funzionari definiti «infedeli» arricchisce il quadro delle indagini giudiziarie post-terremoto.
Li hanno visti girare, in certi casi, su auto fiammanti per poi vederli, a velocità notevolmente ridotta, attraversare a piedi il piazzale della sede provvisoria del tribunale di Bazzano per dare conto ai magistrati del loro comportamento di dirigenti e funzionari pubblici. Dunque pubblici ufficiali.
Si parte dalle amicizie pericolose dell’ex braccio destro di Bertolaso Luciano Marchetti. L’ingegnere è finito nella famigerata lista del costruttore Anemone per un appartamento vicino a piazza Navona, di proprietà di Propaganda Fide, cosa che lo costrinse a una serie di precisazioni circa l’affitto, il pagamento dei lavori, i rapporti con Angelo Balducci.
Per due volte, in questi anni, i vertici del Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche sono finiti nel mirino della magistratura. Bertolaso regnante, Giovanni Guglielmi fu nominato soggetto attuatore della ricostruzione, dunque una sorta di supercontrollore della regolarità dei lavori e degli affidamenti nell’emergenza post-terremoto per indicazione del governo Berlusconi. Ma in città è finito sotto processo. Guglielmi è incappato nella vicenda dell’appalto per la ricostruzione della questura dell’Aquila lievitato indebitamente, secondo l’accusa, da 3 a 18 milioni. L’uomo delle mille rotatorie e dei campi di grano trasformati in strisce d’asfalto per accogliere i capi di Stato e di governo al G8 di Coppito del 2009, riuscì a mettere il turbo alle opere pubbliche. Ma fu costretto a fermarsi («Questo mo’ vuole l’Anas»; disse di lui un magistrato della Corte dei Conti intercettato nell’ambito dell’indagine-madre sulla cricca su appalti e corruzione legati al G8 e ai grandi eventi) dai pm aquilani che gli hanno contestato l’abuso d’ufficio. Si attende la sentenza.
Dopo di lui, anche il successore Giancarlo Santarigaè finito sotto processo per aver usato l’automobile messa a disposizione da un’impresa per i suoi spostamenti. Fu arrestato (ai domiciliari) con l’accusa di concussione, deve rispondere di peculato.
Cinquanta viaggi «privati» in auto blu sono costati il posto all’ex direttore generale della Provincia Valter Angelo Specchio coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per le scuole marsicane (udienza preliminare il 25). Ai domiciliari per corruzione (ora è libero), per i Map che cadono a pezzi, è poi finito il maresciallo dell’Esercito Rocco Ragone.(e.n.)
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