“Quaranta poesie”, le liriche di Lermontov tradotte in italiano
TERAMO. «Se lui fosse vissuto non ci sarebbe stato bisogno di noi tutti»: si espresse così Lev Tolstoj a proposito del connazionale Michail Jur’evic Lermontov (1814-41), narratore e poeta morto...
TERAMO. «Se lui fosse vissuto non ci sarebbe stato bisogno di noi tutti»: si espresse così Lev Tolstoj a proposito del connazionale Michail Jur’evic Lermontov (1814-41), narratore e poeta morto 26enne in duello dopo aver lasciato un romanzo, “Un eroe del nostro tempo”, che inaugurò la stagione dei grandi romanzi russi, e una produzione poetica in gran parte finora inesplorata.
Nel bicentenario della nascita di questa abbagliante meteora delle lettere russe la casa editrice giuliese Galaad e lo scrittore e poeta teramano Roberto Michilli propongono un'antologia delle poesie di Lermontov inedite in Italia, tradotte con amore da Michilli stesso. “Quaranta poesie di Michail Jur’evic Lermontov” presenta, col testo russo a fronte, i versi composti da Lermontov negli ultimi 4 anni di vita, seguiti da un ricco apparato di annotazioni che, come un romanzo, ricostruiscono la vicenda umana dell'autore, milieu, poetica, stile. In effetti, contando anche i frammenti, sono 46 le liriche del giovane genio russo presentate da Roberto Michilli al lettore, di cui la metà tradotte per la prima volta in una lingua occidentale. In Italia il nome di Lermontov è infatti legato quasi solo al romanzo “Un eroe del nostro tempo”, pubblicato nel 1840; poco conosciuta la produzione poetica, se si eccettua il lavoro compiuto da Tomaso Landolfi, unico a tradurre, e con esiti mirabili, quasi tutti i poemi e un’ampia scelta delle liriche, privilegiando tuttavia le più precoci, anteriori al 1837. L’antologia "Quaranta poesie" attinge invece proprio dalle prove poetiche successive a quella data, facendo incontrare il lettore con una voce tra le più limpide della lirica romantica.
L'antologia si apre con l’elegia “La morte del poeta” composta nel 1837 da Lermontov per la morte di Puškin, «una morte provocata, avvenuta in un duello a cui Puškin fu praticamente costretto» spiega Michilli «Proprio in quel momento Lermontov raccoglie consapevolmente il testimone di Puškin, interpretando con i suoi versi lo sgomento popolare per quella morte. Lermontov rappresenta l’ultima fiammata della poesia russa. È una voce dissonante, modernissima, straordinaria. Le sue poesie, che hanno ispirato oltre 1500 lieder e romanze, hanno una metrica sofisticatissima, che gioca con la musicalità del verso. Lermontov è tra quei rari artisti della parola che hanno saputo esprimersi agli stessi livelli di eccellenza nella poesia, nella prosa, nella drammaturgia».
Anna Fusaro
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