Registro delle unioni civili, c’è l’ok del consiglio comunale di Pescara

Approvata, 19 i voti favorevoli e nove i contrari, la mozione che impegna sindaco e giunta a rendere operativo il registro già istituito con una delibera del 2008

PESCARA. Il Consiglio comunale di Pescara ha approvato una mozione che impegna il sindaco e la Giunta a dare attuazione, in tempi certi e brevi, al registro delle unioni civili, istituito con una delibera del 2008 e mai divenuto operativo. Dopo l'approvazione della mozione - 19 i voti favorevoli e nove i contrari - è polemica da parte degli esponenti di centrodestra. In particolare, la mozione, presentata dal consigliere Riccardo Padovano con l'obiettivo di dare «completa attuazione alla Delibera 64 del 2008», rafforza l'azione già intrapresa dall'amministrazione comunale e dal sindaco, Marco Alessandrini, il quale a metà ottobre aveva sottolineato che «uno dei primi incarichi affidati al nuovo segretario generale del Comune è stato quello di lavorare all'istituzione di un Ufficio del registro comunale per le Unioni Civili». Prossimo passaggio potrebbe essere l'approvazione di una delibera, presentata il mese scorso da Sel, relativa al regolamento per il riconoscimento delle unioni civili.

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Nel ricordare che «la precedente amministrazione ha provato a cancellare la delibera che ha istituito il registro», i consiglieri Daniela Santroni e Ivano Martelli (Sel), si dicono «davvero soddisfatti di questa inversione di tendenza del consiglio comunale e questo ci fa ben sperare per l'approvazione della proposta di delibera di nuovo regolamento in grado di dare diritti certi alle unioni civili in termine di casa, sanità, servizi sociale e educativi, trasporti, sport e tempo libero, diritti e partecipazione».

«Solo con diritti certi - aggiungono i consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà - sarà possibile fare del registro uno strumento di democrazia reale e allargamento pieno di accesso ai servizi. Oggi abbiamo fatto un primo passo per una città più inclusiva e aperta».

Polemico il vicecapogruppo di Forza Italia, Vincenzo D'Incecco, secondo cui «il compito degli amministratori locali deve essere incentrato sulla difesa della famiglia tradizionale. La mia attività politica - sottolinea - sarà incentrata sulla difesa della famiglia, consapevole del fatto che questo ordinamento assicura, anche ai non cattolici, attraverso il matrimonio civile ed attraverso una lunga tipologia di contratti, la possibilità di unirsi e costruire una famiglia. Finiamola di correre dietro a spot elettorali e concentriamo il nostro lavoro per difendere veramente la famiglia».

Alle parole di D'Incecco fanno eco quelle del portavoce provinciale di Fratelli d'Italia, Armando Foschi, che definisce la delibera come «pura follia, un atto inutile perchè, non essendoci una legge che regolamenti la materia, i regolamenti comunali non hanno valore. Le unioni di fatto - osserva - sono una sorta di matrimonio 'senza impegnò, con diritti e senza doveri». Foschi conclude augurandosi che l'amministrazione «si dedichi con maggiore impegno al rafforzamento delle politiche di welfare per le famiglie».