PESCARA
Rogo della pineta, sindaco indagato: "Sono tranquillo, è un atto dovuto"
Masci lo rivela in una nota e aggiunge: "Le eccezionali condizioni meteo e di calore, unite alle scintille provocate dal passaggio del treno hanno generato una serie di concause imprevedibili e ingestibili"
PESCARA. Il sindaco Carlo Masci è indagato nell'inchiesta che la Procura ha in corso per scoprire le cause del rogo della pineta dannunziana dell'agosto dell'anno scorso. A rivelarlo è lo stesso sindaco in una nota in cui afferma di aver ricevuto l’informazione di garanzia e che è "di tutta evidenza che si tratta di un atto dovuto".
"Sono pienamente consapevole che quando si accetta di fare il sindaco di una città ci si espone a moltissime responsabilità per accadimenti imprevedibili, che spesso non sono sotto il controllo diretto del sindaco stesso, ma lo possono vedere chiamato alla responsabilità formale del ruolo", continua Masci nella nota che ricorda come "le eccezionali condizioni meteo e di calore di quel momento, unite alle scintille provocate dal passaggio del treno – come peraltro già accertato dalle prime indagini – hanno generato una serie di concause imprevedibili e ingestibili, su cui è giusto indagare al fine di individuare eventuali responsabilità".
"La mia coscienza è pertanto limpida, nella convinzione che niente più di quanto ho fatto poteva essere messo in atto per evitare e contenere un incidente così straordinario e apparentemente causato da fattori che nulla hanno a che vedere con l’azione, il ruolo e la responsabilità di un sindaco".
In attesa che il procedimento faccia il suo corso, Masci conclude ricordando che cosa è stato fatto affinché la pineta tornasse a nuova vita: dal gruppo di esperti incaricato per l’analisi della situazione e l’individuazione delle azioni da compiere, alle risorse in bilancio, alla raccolta fondi avviata da parte di privati e associazioni, e gli interventi per la riapertura e la fruizione della riserva.