Ancora nessuna traccia di Rudy Cavazza, odissea per il prelievo del Dna

12 Gennaio 2025

L'uomo è scomparso a Spoltore e di lui continuano a non esserci notizie. Ma ora è stato fatto qualche passo avanti nella sua disperata ricerca

SPOLTORE. Qualche passo avanti nella disperata ricerca di Rudy Cavazza, l’uomo cinquantaquattrenne di origini romane scomparso a Spoltore lo scorso 7 dicembre 2024, mentre era ospite di due suoi cugini. Venerdì 10 gennaio, nell’Istituto Rea, Alessia Natali, presidente dell’associazione Penelope Abruzzo, e l’avvocata Katia Ferri hanno incontrato Priscilla, Sharon e Sheila, figlie di Rudy, e la moglie Viviana. Durante la mattina del giorno successivo, sabato 11, sotto richiesta scritta dell’associazione e dopo quello che sembra essere stato un acceso diverbio tra i famigliari di Cavazza e la questura, è stato finalmente prelevato il Dna di Priscilla, che aveva fatto denuncia di scomparsa del padre il mese scorso.

Per volontà della donna, il 23 dicembre scorso è stata depositata, da parte dell’avvocato dell’associazione, una denuncia contro ignoti ed eventualmente responsabili per la sparizione di Rudy, chiedendo così di aprire un fascicolo con un’ipotesi di reato, con conseguente ricerca approfondita da parte della procura di Pescara. Adesso, con la svolta del Dna inserito nella banca dati, si potrà comparare il profilo genetico di Priscilla con eventuali corpi o resti cadaverici rinvenuti sul territorio regionale e/o nazionale, anche se il risultato non è stato ottenuto facilmente.

“Vorrei sottolineare la non conoscenza della questura riguardo l’argomento Dna”, ha affermato Alessia Natali. “La figlia Priscilla lo sta chiedendo verbalmente da un mese, ogni volta che torna a Pescara e si reca in questura. Gli esiti sono sempre stati negativi finché non le è stata ordinata una richiesta scritta”. Richiesta che è arrivata grazie alla collaborazione dell’associazione Penelope e che è stata consegnata alla questura ieri mattina a mezzo pec e per conoscenza alla prefettura.

Ma, quando tutto sembrava risolto, ecco il nuovo ostacolo: “Sabato mattina”, prosegue Natali, “in questura si sono nuovamente rifiutati, giustificandosi che non potevano fare il prelievo in quanto dovevano essere autorizzati dal giudice. Ne è scaturita una discussione molto animata”. Coinvolta nell’iter burocratico anche l’avvocata Katia Ferri, che ha spiegato: “Era stata richiesta la mia presenza quale difensore della famiglia per la risoluzione della questione del prelievo Dna. Ho fatto presente che il familiare, e non l’avvocato, doveva sottoporsi all’esame”.

Dopo vari temporeggiamenti e quattro ore di infinita attesa, alla ragazza è stato infine prelevato il profilo biologico tramite duplice tampone salivare. Una vicenda che riporta alla memoria l’agrimensore di Kafka, a cui l’incorporeo mondo delle burocrazie impedisce la salita al castello, ma che porta avanti l’indagine attorno a un mistero attualmente insondabile: che fine ha fatto Rudy Cavazza?

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