«Una variante al prg per demolire l’ex Cofa»
Il centrodestra diffida i dirigenti e mette in guardia la Regione: il consiglio comunale deve dare il via
PESCARA. La demolizione dei capannoni dell’ex Cofa rientrerebbe tra le varianti al piano regolatore generale e quindi non può essere autorizzata se non attraverso un ulteriore passaggio in consiglio comunale. Per buttare giù i 23mila metri quadrati del vecchio mercato ortofrutticolo, così come deliberato dalla Regione e promesso all’indomani delle elezioni dal presidente Luciano D’Alfonso, occorrerebbe quindi «un ulteriore approfondimento» che è stato chiesto lunedì mattina in aula dal capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli, attraverso un’interrogazione urgente rivolta al sindaco Marco Alessandrini e sottoscritta dai consiglieri Guerino Testa(Ncd) e Carlo Masci (Pescara futura). La tesi della minoranza è semplice: in assenza dello strumento attuativo del Piano particolareggiato, l’ex Cofa che ricade nella sottozona B7 non può essere abbattuta «in probabile contrasto con il dettato normativo di riferimento».
Nel documento presentato in aula, i tre consiglieri fanno emergere che, in base all’articolo 37 delle norme tecniche di attuazione del prg, gli unici interventi previsti sarebbero quelli di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, previsti dall’articolo 9 lettere a, b e c. «L’abbattimento di un’opera pubblica non rientra in questi parametri», spiega Antonelli, «abbiamo consultato anche degli esperti di urbanistica che ci hanno confermato che, in assenza dello strumento attuativo, è il consiglio comunale a dover autorizzare la variante al prg e la conformità alla disciplina urbanistica vigente».
Il 9 ottobre scorso, si è svolta una conferenza dei servizi. Come ricordano Antonelli, Masci e Testa, i rappresentanti del Comune in quell’occasione hanno formalizzato posizioni e procedure urbanistiche ed edilizie, dando quindi il via libera all’abbattimento «in probabile contrasto con il dettato normativo di riferimento». «Inoltre», spiegano, «sul sito istituzionale della Regione, negli atti prodromici e complementari al bando di gara che ha portato all’aggiudicazione dei lavori, stranamente non risulta, né citato, né pubblicato, il verbale o i contenuti della conferenza dei servizi». È per questo che Antonelli ha diffidato i dirigenti competenti e li ha invitati a «compiere un approfondimento amministrativo e giuridico» per «procedere nel totale rispetto normativo e legislativo ed evitare che si formalizzino atti da cui potrebbero derivare ricorsi amministrativi».
Ylenia Gifuni
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