Va giù il vecchio mercato nascerà un polo turistico

D’Alfonso dà il via ai lavori e annuncia: «La Regione non venderà quell’area»

PESCARA. Ore 10: il primo colpo della ruspa della ditta Cesa, di Roma, fa cadere un pezzo del tetto di un vecchio capannone abbandonato e segna la fine di un’epoca. Il Cofa, dopo 56 anni dalla sua inaugurazione e a 11 anni dal trasferimento del mercato ortofrutticolo a Cepagatti, sta per venire giù lasciando finalmente aperta la vista al mare in quel punto della riviera di Porta Nuova. Per Pescara ieri è stato un giorno storico, quasi una liberazione da un enorme moloch che deturpa da decenni l’immagine di uno dei punti più belli e strategici della città.

D’Alfonso, nonostante le polemiche sollevate dall’opposizione, è riuscito a mantenere la promessa che aveva fatto sin dal giorno del suo insediamento, l’anno scorso, alla presidenza della Regione. Dopo quasi un anno e con una spesa di 930mila euro è stato dato il via alla demolizione. Tra meno di 45 giorni sarà tutto finito e già si pensa a cosa si farà in quell’area. «Escludo nella maniera più assoluta che la Regione la metterà in vendita», ha affermato Luciano D’Alfonso, «non ho in odio il privato, ma qui deve essere un monumento dell’iniziativa pubblica». E poi ha aggiunto: «Questa è una demolicostruzione, demolire vuol dire ricostruire, perché si ricostruisce il diritto alla veduta. Ora, deve partire un combattimento di idee di professionisti, di imprenditori sani, bambini, Ordini professionali e anche qualche competenza nazionale e internazionale». Il presidente della Regione vorrebbe realizzare un polo turistico ricettivo, ma non ha specificato quali strutture vedrebbe bene in quell’area. Per questo ha fatto il nome dell’architetto urbanista Stefano Boeri, «cui ho chiesto di aiutarci ad accompagnare questa espressione progettuale, ma non ha escluso di voler interpellare anche l’archistar Renzo Piano. Il lavoro delle ruspe è cominciato in prima mattinata, dopo lo sgombero di alcuni senzatetto che continuavano a utilizzare i capannoni come ricoveri. D’Alfonso ha chiamato a raccolta politici, giornalisti e cittadini, nel polverone sollevato dalle ruspe, per celebrare questo evento, rubando la scena ai consiglieri di centrodestra che avevano organizzato lì a loro volta una conferenza stampa per contestare l’avvio dei lavori, a loro dire illegittimo, in quanto mancherebbe la documentazione necessaria. Tutt’intorno, era schierato a difesa del cantiere, un cordone di agenti della polizia, Digos, carabinieri e vigili urbani. In mattinata, però, si è registrato anche un piccolo incidente. Durante i lavori di demolizione, un pezzo di tubo di plastica è schizzato sul vicino Ponte del mare, rompendo una protezione in legno e poi colpendo una donna incinta. Solo tanta paura, ma per sicurezza il ponte è stato subito chiuso ai passanti.

Al di là di questo episodio, la giornata è stata una sorta di festa e non sono mancati commenti entusiastici. Primo fra tutti quello del sindaco Marco Alessandrini: «Oggi è una giornata che ricorderemo, perché da qui comincia un percorso volto a recuperare bellezza e qualità dei luoghi della città». «Un passo importante, ora però quell’area va riqualificata», ha osservato il presidente della Provincia Antonio Di Marco. «Questa è una giornata storica, ci siamo battuti per anni per eliminare questa bruttura», ha concluso il presidente di Confcommercio Ezio Ardizzi.

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