Vacanze a San Valentino per il premier del Belgio/ FOTO
Elio Di Rupo, figlio di emigranti, arriva in paese per visitare i luoghi dei genitori Incantato dalla bottega di uno scalpellino, il sindaco gli regala un bassorilievo
SAN VALENTINO. Tre giorni in Italia: una visita a Roma, una a Napoli e a Capri e poi dritto dritto a San Valentino. È stata questa la vacanza italiana del premier belga Elio Di Rupo, di origini abruzzesi, nato in Belgio da genitori di San Valentino emigrati nel 1947. La sua è stata una visita informale – è arrivato in pantaloncini corti – nel paese che, con la precedente amministrazione, 1997, con sindaco Antonio Saia e capogruppo di opposizione Angelo D'Ottavio, gli conferì la cittadinanza onoraria. È stato il fratello di Di Rupo, che fa ritorno ogni anno a San Valentino, a chiamare il sindaco D’Ottavio (lunedì mattina) e ad avvertirlo che di lì a poco il primo ministro belga sarebbe passato in paese per una visita, assolutamente infomale e non istituzionale, che però non gli vietava di incontrare sindaco, amministratori e cittadini.
Di Rupo ci ha tenuto a precisare di non rendere pubblica la notizia fino alla sua partenza e di considerare la visita riservata, per non smentire la promessa fatta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che più volte lo ha invitato, di acconsentire a una visita ufficiale in Italia in data ancora da stabilirsi. Il sindaco lo ha accolto nella sala consiliare con i componenti della giunta, i consiglieri di maggioranza e opposizione, presenti tanti cittadini che avevano saputo la notizia. «La prima cosa che Di Rupo ha notato», racconta il sindaco, «è la mancanza di cassonetti per i rifiuti in municipio e ha voluto sapere tutto sul tipo di raccolta rifiuti che a San Valentino è il differenziato porta a porta da quattro anni. Poi l’accento è caduto sulle tante altre informazioni del paese, la sua storia, le sue risorse, le sue economie».
A questo proposito Di Rupo si è intrattenuto, insieme con D’Ottavio, prendendo spunto da un articolo letto sul Corriere della Sera, sull’argomento della moneta complementare e sul baratto, di cui in Belgio lui stesso ha avviato una riflessione. Un sistema di scambio che potrebbe alleviare i morsi della crisi finanziaria europea. Di Rupo ha voluto visitare il centro storico: si è intrattenuto a lungo nelle botteghe artigiani e in altri esercizi commerciali. È rimasto incantato dalla bottega dello scalpellino e per questo, in poche ore, il sindaco gli ha fatto preparare dal maestro scalpellino Silvino Di Giambattista un bassorilievo del paese inciso, in poche ore, su pietra bianca della Majella. Un dono che Di Rupo ha gradito moltissimo. La discussione è caduta, poi, sulle difficoltà degli italiani emigrati in Belgio e del grande contributo allo sviluppo che il lavoro italiano ha dato alla nazione francofona. «Marcinelle», ha detto Di Rupo, «ha insegnato molto. Ha contribuito a rimarcare l’indole al sacrificio degli italiani. Un requisito che ha permesso ai nostri connazionali, capaci anche di stare a pane, olio e pomodoro, di occupare posti importanti nella società, nonostante il Belgio sia un paese multirazziale, molto più dell'Italia». Un siparietto simpatico ha coinvolto Di Rupo che, inaspettatamente, è stato conosciuto da un turista belga proprio a San Valentino. La moglie, all’uscita dal museo dei Fossili e della Ambre, gli aveva detto che quel signore gli sembrava il premier del loro Paese e lui aveva risposto che non era possibile che Di Rupo fosse «in quel piccolo paese d’Abruzzo». Invece si sono stretti la mano a San Valentino.
Walter Teti
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