Banca Tercas Teramo mai così in alto come nel 2009: il presidente rivive le tappe di una grande stagione
Antonetti: «Che anno straordinario»
«Il momento più bello? La semifinale di Bologna: tutti guardavano noi»
TERAMO. E pensare che poteva andare anche meglio. Sembra incredibile, ma questo eccezionale 2009 poteva addirittura riservare al Teramo basket ulteriori soddisfazioni. Ma forse sarebbe stato troppo. Se c’è un dio della palla a spicchi, non gli si poteva chiedere di più.
Presidente Antonetti, dire che il 2009 è stato un anno straordinario per il Teramo è talmente ovvio che sembra quasi una banalità. Ma ci sono altre parole?
«Sì, molto straordinario (ride). Sono stati 365 giorni densi di “prime volte” e di sensazioni bellissime e quindi è difficile trovare parole diverse. Indimenticabile, questo sì».
Tante “prime volte”: le vogliamo ricordare?
«Sono tantissime: la prima volta che abbiano chiuso la stagione regolare al terzo posto, la prima Final Eight, la prima volta ai play off, il miglior piazzamento con record di punti in serie A, la prima volta in una competizione europea, la prima vittoria in Europa. Poi il record di abbonati, anche se non è la prima volta, e premi importanti per allenatore, giocatori e dirigenti: risultati strepitosi».
Non è che i tifosi si stanno abituando, come se vincere sempre per il Teramo fosse una cosa normale?
«Prendo per buona la prima parte, cioè che il Teramo continua a vincere, non la seconda perché non c’è niente di normale. Le vittorie sono frutto del lavoro, ma siamo a livelli altissimi. Come al solito, io non dimentico mai da dove siamo venuti, tutto quello che abbiamo fatto per arrivare a questo punto. No, per noi non è affatto scontato: per i tifosi, forse, ma è normale perché alle vittorie ci si abitua facilmente. Per noi, per i giocatori, è anche un bene perchè ci abituiamo ad avere tutta questa pressione addosso».
Qual è stato il momento più bello, se ce n’è uno più bello degli altri?
«E’ difficile trovarlo, però l’emozione più particolare è stata la semifinale di Bologna alla Final Eight: un palcoscenico così importante, con gli occhi di tutta la pallacanestro italiana puntati su di noi, con un pubblico così numeroso. Poi direi il sorteggio a Barcellona per l’Eurocup, e anche il raggiungimento del terzo posto nella regular season è stata un’emozione fortissima: avere davanti solo Siena e Roma è stato fantastico».
E il momento più brutto?
«E’ stato certamente il finale di gara 4 dei play off a Milano: come mi sono sentito dopo non lo dimenticherò mai. Sono passato in pochi secondi dalla sensazione di poter fare l’impresa a Milano, e magari arrivare in semifinale, all’incredulità. Non riuscivo a capire come l’arbitro avesse preso quella decisione (fischiare l’infrazione di 5 secondi sulla rimessa di Moss, con palla agli avversari che poi vincono la partita sull’ultimo tiro ndr). Un altro brutto momento è stato quando abbiamo perso con Ferrara all’inizio di questa stagione. Avevamo una brutta situazione per gli infortuni, era un momento molto delicato. Ma non avevo dubbi che la reazione ci sarebbe stata, da parte di tutti».
E infatti dopo le difficoltà iniziali adesso la squadra funziona. Merito di Capobianco?
«Sicuramente c’è il merito dell’allenatore che è riuscito a continuare il suo lavoro nonostante avesse gravi problemi di uomini, perché molti erano infortunati e gli altri erano fuori ruolo, ma poi è riuscito a creare un gioco. Tanti erano i disagi che siamo stati costretti a prendere altri due giocatori (Jurak e Stanescu ndr) per dargli la possibilità di lavorare. E per far capire ai giocatori che tutti insieme volevamo superare quel momento difficile. Ci siamo ripresi, ed è stato un merito di tutti, anche dei tifosi che hanno continuato a credere nella squadra. Comunque, c’è ancora molto da lavorare».
L’anno si è chiuso con una polemica verso le istituzioni, accusate di non sostenere il Teramo basket: nel nuovo anno cambierà qualcosa?
«Mi auguro di sì, e mi sembra che qualche segnale sia già arrivato. Comunque il 2009 è finito molto bene sul piano sportivo: siamo al settimo posto, e questo è un risultato eccezionale, e abbiamo tutti gli scenari aperti, sia per la Final Eight che in Eurocup, con una squadra che diventa sempre più squadra».
Presidente Antonetti, dire che il 2009 è stato un anno straordinario per il Teramo è talmente ovvio che sembra quasi una banalità. Ma ci sono altre parole?
«Sì, molto straordinario (ride). Sono stati 365 giorni densi di “prime volte” e di sensazioni bellissime e quindi è difficile trovare parole diverse. Indimenticabile, questo sì».
Tante “prime volte”: le vogliamo ricordare?
«Sono tantissime: la prima volta che abbiano chiuso la stagione regolare al terzo posto, la prima Final Eight, la prima volta ai play off, il miglior piazzamento con record di punti in serie A, la prima volta in una competizione europea, la prima vittoria in Europa. Poi il record di abbonati, anche se non è la prima volta, e premi importanti per allenatore, giocatori e dirigenti: risultati strepitosi».
Non è che i tifosi si stanno abituando, come se vincere sempre per il Teramo fosse una cosa normale?
«Prendo per buona la prima parte, cioè che il Teramo continua a vincere, non la seconda perché non c’è niente di normale. Le vittorie sono frutto del lavoro, ma siamo a livelli altissimi. Come al solito, io non dimentico mai da dove siamo venuti, tutto quello che abbiamo fatto per arrivare a questo punto. No, per noi non è affatto scontato: per i tifosi, forse, ma è normale perché alle vittorie ci si abitua facilmente. Per noi, per i giocatori, è anche un bene perchè ci abituiamo ad avere tutta questa pressione addosso».
Qual è stato il momento più bello, se ce n’è uno più bello degli altri?
«E’ difficile trovarlo, però l’emozione più particolare è stata la semifinale di Bologna alla Final Eight: un palcoscenico così importante, con gli occhi di tutta la pallacanestro italiana puntati su di noi, con un pubblico così numeroso. Poi direi il sorteggio a Barcellona per l’Eurocup, e anche il raggiungimento del terzo posto nella regular season è stata un’emozione fortissima: avere davanti solo Siena e Roma è stato fantastico».
E il momento più brutto?
«E’ stato certamente il finale di gara 4 dei play off a Milano: come mi sono sentito dopo non lo dimenticherò mai. Sono passato in pochi secondi dalla sensazione di poter fare l’impresa a Milano, e magari arrivare in semifinale, all’incredulità. Non riuscivo a capire come l’arbitro avesse preso quella decisione (fischiare l’infrazione di 5 secondi sulla rimessa di Moss, con palla agli avversari che poi vincono la partita sull’ultimo tiro ndr). Un altro brutto momento è stato quando abbiamo perso con Ferrara all’inizio di questa stagione. Avevamo una brutta situazione per gli infortuni, era un momento molto delicato. Ma non avevo dubbi che la reazione ci sarebbe stata, da parte di tutti».
E infatti dopo le difficoltà iniziali adesso la squadra funziona. Merito di Capobianco?
«Sicuramente c’è il merito dell’allenatore che è riuscito a continuare il suo lavoro nonostante avesse gravi problemi di uomini, perché molti erano infortunati e gli altri erano fuori ruolo, ma poi è riuscito a creare un gioco. Tanti erano i disagi che siamo stati costretti a prendere altri due giocatori (Jurak e Stanescu ndr) per dargli la possibilità di lavorare. E per far capire ai giocatori che tutti insieme volevamo superare quel momento difficile. Ci siamo ripresi, ed è stato un merito di tutti, anche dei tifosi che hanno continuato a credere nella squadra. Comunque, c’è ancora molto da lavorare».
L’anno si è chiuso con una polemica verso le istituzioni, accusate di non sostenere il Teramo basket: nel nuovo anno cambierà qualcosa?
«Mi auguro di sì, e mi sembra che qualche segnale sia già arrivato. Comunque il 2009 è finito molto bene sul piano sportivo: siamo al settimo posto, e questo è un risultato eccezionale, e abbiamo tutti gli scenari aperti, sia per la Final Eight che in Eurocup, con una squadra che diventa sempre più squadra».