Blatter apre alla moviola
Il presidente della Fifa cerca consensi, potrebbe essere solo un diversivo
INVIATO A RIO DE JANEIRO. Sembra sia stato morso da una tarantola, Joseph Blatter. O forse da Luis Suarez. Così, sull’onda delle polemiche per la pesante squalifica rifilata all’uruguaiano, dopo anni in trincea in difesa del calcio non tecnologico, ecco che il padre-padrone della Fifa apre di colpo alla moviola in campo: «Servirà per dare più aiuto agli arbitri», ha spiegato in un’intervista di carta velina al sito internet della federazione internazionale. Il minimo per chi, a 78 anni suonati, si sta avviando verso una battaglia elettorale per l’ennesima riconferma e battere così qualsiasi record presidenziale, anche quelli stabiliti oltre cortina: per la serie Ceausescu era un dilettante. Ma al popolo – come insegna la storia dei dittatori – bisogna dare in pasto qualcosa, di tanto in tanto, per placare gli animi più accesi. Che adesso sono in Sudamerica, bacino di voti del presidentissimo, visto che all’inizio del Mondiale era stato già scaricato da Micheal Platini: «La sua Fifa ha fallito», aveva dichiarato Le Roy dell’Uefa, la potente federazione europea. Blatter, acerrimo nemico della moviola era stato costretto a una virata già al termine della scorsa Coppa del Mondo. L’ha confessato ieri qui in Brasile: «Nel 2010 vidi quel tiro di Lampard. Quella volta mi convinsi che avevamo bisogno della tecnologia e adesso abbiamo bisogno di fare un altro passo avanti».
La verità è nascosta sotto le parole dell’astuto Joseph: la componente britannica, con le sue quattro federazioni (inglese, scozzese, gallese e nord irlandese), pesa non poco in chiave di politica calcistica, anche perché governa l’International Board indicando i vecchi saggi che decidono sulle novità del regolamento e che, per l’ottusità, certe volte sembrano davvero un po’ “rinco”.
Insomma, se Blatter fu per il via libera alla “Goal line technology”, il sistema per determinare se un pallone è entrato o meno in rete, superando interamente la linea di porta. Una vittoria? No, un contentino. Ora ci riprova per placare l’ala sudamericana del suo elettorato: sta pensando a quello che in gergo si chiama l’instant replay: «Concederemo agli allenatori la possibilità della chiamata tecnica – spiega sul portale della Fifa –. Ce ne potranno essere, diciamo, due per tempo. La contestazione potrà avvenire a gioco fermo. Non sarà ovviamente possibile quando il pallone è in gioco. A partita ferma, prima che il pallone venga di nuovo messo in gioco, il tecnico può fare la sua contestazione. Ad esempio, chiedere di verificare se è rigore o no. Se è fallo o no. Se il fallo è stato fuori area o dentro. L’allenatore potrà chiedere all’arbitro la visione del monitor. Non sarà nulla della Fifa, ma del circuito televisivo, per controllare se la decisione va corretta o meno».
Colpo di genio? Macchè. Tecnologia già superata: c’è sempre bisogno di un occhio umano. Pensate che noi italiani – sì, è vero – abbiamo messo a disposizione una moviola brevettata dal Cnr di Bari che con un segnale acustico avverte in tempo reale l’arbitro se un pallone è in campo, se un giocatore è dentro l’area, se si tratta di fuorigioco o meno, una possibilità – pare di capire – che non è compresa adesso tra le ipotesi tecnologiche di Blatter. Peccato che questa macchina sia stata accantonata in un sottoscala.
@pioleotto
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