Da Gaucci fino a Baldini: rivalità, rancori e dispetti sull’asse Perugia-Pescara
Nel 1992 lo “scippo” di Camplone, Gelsi e Pagano, nel 2020 i play out. Il tecnico torna da ex dopo la parentesi del 2022: «Lì ho fatto male»
PESCARA. Rivalità, dispetti e rancori sull’asse Perugia-Pescara. Una storia infinita, che si rinnoverà domenica 26 gennaio alle ore 15 con un’altra puntata, con un filo che lega le due realtà nel nome di Renato Curi, il centrocampista pescarese di adozione morto il 30 ottobre 1977 in mezzo al campo a Perugia, con la maglia del Grifo, contro la Juventus. Ancora oggi il ricordo del mediano è vivo a Perugia, dove gli è stato intitolato lo stadio, e a Pescara, dove ci sono almeno un paio di società che portano il suo nome. Ma l’asse Perugia-Pescara è ricco di aneddoti e curiosità calcistiche. Sfida mai banale, caratterizzata da personaggi ed episodi rimasti impressi nella mente dei tifosi.
A partire dall’estate del 1992, quella in cui l’entusiasmo in città per la seconda promozione in A targata Giovanni Galeone viene smorzata da una notizia di calciomercato: Andrea Camplone, Michele Gelsi e Rocco Pagano lasciano Pescara per andare al Perugia. In C. Un blitz del compianto presidente del Grifo Luciano Gaucci che ha offerto di più - molto di più - ai tre biancazzurri per soffiarli a Scibilia e portarli a Perugia con l’obiettivo di vincere subito. «Nel 1992 non ci lasciammo bene», racconterà qualche anno dopo Andrea Camplone, pescarese doc, riferendosi al divorzio dal Pescara.
«Nella squadra della mia città ho giocato per 10 anni e ho vinto un campionato con Galeone che nessuno potrà mai togliermi. Scibilia non mi rinnovò il contratto e decisi di andare a Perugia con Pagano e Gelsi. I tifosi non capirono; passammo per dei traditori ma fu la società a non volerci più. Questa è la verità». Il Perugia viene subito promosso in B, ma resta in C per illecito sportivo. Spareggio-promozione vinto dal Perugia sull’Acireale, ma c’è lo scandalo dell’arbitro Senzacqua. Il direttore di gara della sezione di Fermo Senzacqua confesserà il tentativo di illecito di Gaucci ed ammetterà che il cavallo Veyer era stato donato al suocero e non venduto e acquistato.
Tanti ex sull’asse Perugia-Pescara. Innumerevoli con Giovanni Galeone capace di conquistare promozioni su entrambe le panchine. Scambi e trasferimenti. Fino all’agosto del 2020 quando il Perugia allenato da Massimo Oddo, che qualche anno prima aveva portato in A il Pescara, si ritrova ai play out contro il Delfino. È tempo di Covid, campionato anomalo, stadi chiusi al pubblico. In ballo la salvezza. A Pescara successo biancazzurro per 2-1; al ritorno, il 14 agosto, stesso risultato a favore del Perugia. Si va ai rigori e quello decisivo viene calciato dal terzino Masciangelo: Pescara salvo e Perugia in C. Dopo qualche settimana l’allenatore salvo, Andrea Sottil, è disoccupato, mentre quello sconfitto e retrocesso in C, Massimo Oddo, torna a Pescara in B.
A proposito di ex c’è anche Silvio Baldini, il tecnico del Pescara. Domenica sarà in tribuna al Curi, perché squalificato. Ha guidato il Perugia nel 2022, reduce dalla promozione in B con il Palermo e dal successivo divorzio. A Perugia arriva il 20 settembre 2022, in seguito all'esonero di Fabrizio Castori. In quel momento Perugia quartultimo con 4 punti raccolti dopo 6 giornate in B. Il 16 ottobre, dopo la sconfitta con il Südtirol e dopo aver messo insieme 3 sconfitte in 3 partite, rassegna le dimissioni.
«La mia esperienza a Perugia? Ho fatto tre settimane e le ho fatte male», racconterà il tecnico. «Chiedo scusa a società e tifosi ma non ai giocatori. Molti erano superficiali: dopo il mio esonero vinsero esultando e prendendomi in giro. Qualche giocatore c’è ancora? Non mi interessa. Non ci penso. Io mi scuso con chi lo merita. Ora io alleno un gruppo di persone fantastiche», disse all’andata (0-0) riferendosi ai biancazzurri, «non ci sono espressioni negative che possano intaccare l’entusiasmo».
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