CALCIO
Estiarte: "Io, Guardiola e la psicosi Juventus. Vi dico la verità"
L’ex pallanuotista braccio destro dell’allenatore del City: «Pep a Torino? Pensavamo di essere su Scherzi a Parte»
PESCARA. Adesso la telenovela è finita. Ma a Manuel Estiarte, catalano di Manresa diventato pescarese d’adozione, per oltre un mese è sembrato di vivere dentro uno sketch di “Scherzi a parte”. Lui - amico e dirigente di Pep Guardiola a Manchester nel City – da fine maggio non ha fatto altro che rispondere alle domande di amici e conoscenti: “È vero che Guardiola va alla Juventus?”.
Ha sempre risposto (“No, non c’è niente”) con la solita cordialità, ma ha avuto sempre la sensazione di non essere creduto. Fino a domenica scorsa quando la Juventus ha annunciato l’ingaggio di Maurizio Sarri che prenderà il posto di Massimiliano Allegri. Al mare – nel buen retiro del Tartarughino - e per le vie del centro è stato un continuo: “Allora, andate alla Juve?”. Lui a rispondere negativamente e tutti a dirgli: “Non lo puoi dire? Dai, vai alla Juve…”.
Il tempo ha smontato questa suggestione vissuta molto sui social e sulla propria pelle nel caso di quello che è stato “il Maradona della pallanuoto” trasformatosi nel tempo in dirigente calcistico di alto livello internazionale.
Estiarte, c’è mai stato un contatto tra Guardiola e la Juve? «Niente, come te lo devo dire?».
E come mai tutti ne hanno parlato? «Non lo so. Ma non c’è stato nulla. Nulla di nulla. Anche perché Pep aveva detto chiaramente quella che è la sua intenzione. Aveva cercato di fare chiarezza nel rispetto di tutte le parti».
Nemmeno con lei ci sono stati abboccamenti? «Zero. Ma tanta gente mi ha chiesto informazioni, si è creata una sorta di psicosi. Nessuno mi credeva, nessuno credeva alle parole di Pep. Incredibile».
Il calcio più competitivo d’altronde è quello inglese, in cui il Manchester City ha vinto la seconda Premier di fila. «Lo dico da tempo. Ed è un dato di fatto confermato dalla presenza di quattro squadre inglesi nelle finali di Champions ed Europa League. Basti vedere il numero delle favorite ai nastri di partenza. In Premier ce ne sono almeno sei, altrove un paio, massimo tre. In Italia da otto anni di fila vince la Juve».
Che cosa porteranno Conte e Sarri che sono stati in Inghilterra e tornano in serie A? «Qualità ed esperienza nel campionato più difficile del mondo».
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