Fontecchio: io, la Nba, gli arrosticini e l’Italia
«Lavoro per recuperare dall’infortunio, mi attendono 82 gare con Detroit»
PESCARA. «Sarà per l’estate prossima dai». Potrebbe essere la didascalia che accompagna gli ultimi fotogrammi del film Sapore di mare, mentre la telecamera indugia sulla pioggia che chiude gli ombrelloni portandosi via anche le belle giornate. «Sarà per l’estate prossima dai», è invece il titolo che Simone Fontecchio ha voluto dare al film della sua estate. Il cestista nato a Pescara 28 anni fa, ha affidato alla rete alcune immagini delle sue giornate estive siglandole con questa frase, emblematica, mentre sta recuperando dall’infortunio che gli ha impedito di partecipare al preolimpico con la nazionale italiana, che poi ha fallito la qualificazione agli ultimi giochi di Parigi. Fontecchio, ala piccola di 203 cm, gioca in Nba dal 2022, prima negli Utah Jazz e adesso con i Detroit Pistons. Proviene da una famiglia di campioni: la madre, Malì Pomilio è stata Nazionale di basket, il papà Daniele, vicecampione europeo indoor sui 60 metri ostacoli; il fratello maggiore Luca, anche lui cestista. Senza considerare il nonno Vittorio Pomilio (giocatore di pallacanestro negli anni ’50) e l’altro campione della dinastia Pomilio, Amedeo, oro con il Settebello alle Olimpiadi di Barcellona 1992.
Un’estate triste quindi?
«Quella frase la uso spesso con mia moglie per esorcizzare il momento un po’ sfortunato, visto che sono due estati che trascorro tra fisioterapisti e palestre per recuperare dagli infortuni. Quello di quest’anno sembra più grave? Mi hanno dovuto asportare il sesamoide mediale, un ossicino alla base dell’alluce sinistro e ho trascorso alcune settimane tra luglio e agosto a Bologna e Forlì con il mio fisioterapista Fabrizio Borra».
Da quando ha ripreso la preparazione?
«Insieme al preparatore Matteo Del Principio, originario di Atri, che conosco dai tempi in cui giocavo a Reggio Emilia, sto cercando di riacquistare un livello di forma accettabile prima di tornare negli Stati Uniti».
E si è spostato a Pescara da qualche giorno.
«Siamo arrivati alla vigilia di Ferragosto e, grazie alla disponibilità del Comune, ho ricominciato a muovermi in un palazzetto e a riprendere dimestichezza con la palla. E poi mi sto godendo qualche giorno di riposo al mare».
E chissà quanti hanno voluto salutarla.
«È sempre bello sentire l’affetto della gente».
Che città ha trovato dopo le ultime vicende di cronaca che hanno scosso Pescara?
«Seguo la cronaca abruzzese spesso anche quando sono dall’altra parte del mondo e ho un amico poliziotto con cui mi confronto e credo non sia una materia semplice la sicurezza. I giovani sembrano un po’ disorientati, che messaggio si sente di dare? Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia piena di valori. Parole come onestà e spirito di sacrificio erano nella quotidianità; in uno sport di squadra come la pallacanestro sono riuscito a metterli in atto».
A proposito di famiglia, a guardare meglio le foto sul suo profilo, si intravede qualche momento bello.
«Il sei agosto è nata a Bologna la nostra seconda figlia. Io e la mia compagna (Rosa Tangerini ndr) l’abbiamo chiamata Luna. Una gioia grandissima che stiamo condividendo con i familiari. Più legato a Francavilla al Mare o a Pescara? Ho sempre vissuto a Francavilla da piccolo anche se mi piace molto anche Pescara dove ho frequentato le scuole per un paio d’anni e dove ho giocato da giovanissimo nell’Amatori basket».
Domanda tipica per un abruzzese fuori sede: il cibo italiano che manca di più?
«Gli arrosticini, lontani anni luce da quello che si mangia negli Stati Uniti».
Olimpiadi di Tokio. 25 luglio 2021, esordio dell’Italbasket contro la Germania: 92-82 per gli azzurri e Fontecchio migliore in campo con 20 punti e 5/5 nei tiri da tre. Se lo ricorda?
«Certo. E quest’anno ho visto le partite delle altre nazionali a Parigi con un pizzico di rammarico».
Vincere o partecipare alle Olimpiadi. Lei avrebbe gioito per un quarto posto?
«Alle olimpiadi di Tokio siamo arrivati al quinto posto, un buon risultato per quella nazionale. È una cosa molto soggettiva. Comunque, già il fatto di esserci arrivati alle olimpiadi, secondo me, è una vittoria umana e sportiva impareggiabile».
Si riparte da un nuovo contratto con i Detroit Pistons (16 milioni di euro per due anni) con quali aspettative per la prossima stagione?
«Mi aspettano 82 partite in Nba da ottobre».
E quando gli speakers americani pronunciano il suo cognome storpiato? (sorride)
«Sbagliano sempre il mio cognome».
Che effetto fa giocare nella lega dei marziani del basket?
«È un’esperienza incredibile che voglio vivere fino in fondo. Voglio finire la mia carriera da giocatore Nba».
Ormai è cittadino del mondo. La sua famiglia come vive questa grande avventura?
«Non è stato semplice cambiare città e scuola per Bianca (5 anni, ndr), ma siamo molto uniti e cerchiamo di assimilare tutto il meglio dei posti in cui viviamo».
E’ tempo di fare le valigie?
«Staremo ancora in Abruzzo per qualche giorno. Stiamo preparando i documenti e i visti. Con una neonata non è semplicissimo».
E la prossima, che estate sarà per Simone Fontecchio?
«Spero senza problemi fisici che condizionano anche il mio stato mentale».
Sarà in Nazionale per i prossimi europei 2025?
«Non mi tiro mai indietro quando c’è la Nazionale. L’anno scorso ai mondiali di basket non ero al massimo e si è visto. Spero di rifarmi l’anno prossimo».
Ettore Cappetti
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