«Pescara, cambia marcia non vedo gente affamata»
Il tecnico Camplone fuori dalla mischia: «Squadra piatta, non è brillante»
PESCARA. La neve, il vento, il ghiaccio. Burian, con il suo abbraccio di gelo, è piombato anche a Pescara facendo saltare la sfida di stasera contro il Carpi. La gara è stata rinviata a data da destinarsi; probabilmente, verrà recuperata il 13 marzo. Ieri la squadra non si è allenata al Poggio degli Ulivi, visto che i campi erano coperti dalla neve. La truppa biancazzurra si è spostata al centro sportivo New Dribbling, dove ci sono dei campi da calciotto al coperto. Il Delfino, dunque, stasera resterà a guardare il resto della serie B e tornerà in campo sabato (ore 15), a Cittadella.
«Questo Pescara non corre», mai banale, sempre sincero, l’allenatore Andrea Camplone, pescarese doc, ex calciatore biancazzurro, che spiega così il momento del Delfino allenato da Zeman. «Non ho mai visto una squadra brillante. Dispiace dirlo, ma è così. Ho visto quasi tutte le partite e ho notato che in campo c’è un atteggiamento sbagliato», evidenzia l’ex allenatore di Bari, Cesena e Perugia. «Gioco macchinoso e non vedo negli interpreti la mentalità zemaniana. Pochi inserimenti e poco coinvolgimento dei terzini. La squadra è buona, ma non è votata all’attacco». Anche il 51enne pescarese, da giocatore, ha avuto a che fare con la neve, nel 1987, contro il Cagliari, con un Camplone appena 20enne. «Pescara da play off? La squadra è buona e può tranquillamente accedere agli spareggi, ma deve cambiare atteggiamento. La cosa che mi dispiace è vedere il comportamento di alcuni giovani. Non hanno la fame di arrivare in alto».
Camplone analizza a livello psicologico il Delfino, ma spiega anche il motivo per il quale non segna su azione da quasi 500 minuti. «Non fa gol perché non crea azioni. C’è poco gioco in verticale e pochi inserimenti senza palla, senza dimenticare che i terzini non vanno mai sul fondo».
Le catene, dunque, non funzionano, ma Camplone elogia anche qualche singolo. «Brugman è l’unico che può fare la differenza. Chi mi ha sorpreso? Carraro è molto bravo, sono rimasto davvero impressionato, ma anche Capone ha qualità anche se può fare molto di più».
L’ex difensore biancazzurro, classe 1966, prova a dare dei consigli su qualche giocatore che ha avuto alle sue dipendenze. «Antonio Balzano e Alessandro Crescenzi sono stati con me. Il primo a Cesena e Crescenzi a Perugia. Sono due giocatori di categoria e non li di certo scopro io. Ho avuto anche Andrea Cocco, due anni fa, a Cesena. È un giocatore ideale per il 4-3-3 di Zeman. Centravanti che si sposa bene con l’idea di calcio del boemo. Se sta bene può essere molto utile anche per la sua fisicità».
Camplone, esonerato lo scorso settembre dal Cesena, è pronto a tornare in pista per il prossimo campionato.
«Vedremo. Al momento non mi ha cercato nessuna società. La serie B? Per la promozione diretta vedo bene Empoli e Frosinone. Pensavo che il Palermo potesse fare qualcosa in più e, sinceramente, mi ha un po’ deluso». E poi parla dei play off. «Ho partecipato quattro volte agli spareggi promozione e ho capito che li vince hi ha meno da perdere. Chi arriva ai play off da ottavo ha molte possibilità di arrivare fino in fondo».
Il Pescara andrà ai play off? «Sì, ma deve cambiare mentalità», sentenzia il tecnico pescarese. «Vedo una squadra spenta e la cosa non mi piace affatto». Un suo futuro in biancazzurro è una cosa possibile? «A me piacerebbe tanto, ma i tifosi non mi vogliono», dice, riferendosi ad alcune ruggini del passato. «Io ci verrei ad allenare il Pescara, anche se non sarebbe facile visto che sono nato e cresciuto in questa città».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Questo Pescara non corre», mai banale, sempre sincero, l’allenatore Andrea Camplone, pescarese doc, ex calciatore biancazzurro, che spiega così il momento del Delfino allenato da Zeman. «Non ho mai visto una squadra brillante. Dispiace dirlo, ma è così. Ho visto quasi tutte le partite e ho notato che in campo c’è un atteggiamento sbagliato», evidenzia l’ex allenatore di Bari, Cesena e Perugia. «Gioco macchinoso e non vedo negli interpreti la mentalità zemaniana. Pochi inserimenti e poco coinvolgimento dei terzini. La squadra è buona, ma non è votata all’attacco». Anche il 51enne pescarese, da giocatore, ha avuto a che fare con la neve, nel 1987, contro il Cagliari, con un Camplone appena 20enne. «Pescara da play off? La squadra è buona e può tranquillamente accedere agli spareggi, ma deve cambiare atteggiamento. La cosa che mi dispiace è vedere il comportamento di alcuni giovani. Non hanno la fame di arrivare in alto».
Camplone analizza a livello psicologico il Delfino, ma spiega anche il motivo per il quale non segna su azione da quasi 500 minuti. «Non fa gol perché non crea azioni. C’è poco gioco in verticale e pochi inserimenti senza palla, senza dimenticare che i terzini non vanno mai sul fondo».
Le catene, dunque, non funzionano, ma Camplone elogia anche qualche singolo. «Brugman è l’unico che può fare la differenza. Chi mi ha sorpreso? Carraro è molto bravo, sono rimasto davvero impressionato, ma anche Capone ha qualità anche se può fare molto di più».
L’ex difensore biancazzurro, classe 1966, prova a dare dei consigli su qualche giocatore che ha avuto alle sue dipendenze. «Antonio Balzano e Alessandro Crescenzi sono stati con me. Il primo a Cesena e Crescenzi a Perugia. Sono due giocatori di categoria e non li di certo scopro io. Ho avuto anche Andrea Cocco, due anni fa, a Cesena. È un giocatore ideale per il 4-3-3 di Zeman. Centravanti che si sposa bene con l’idea di calcio del boemo. Se sta bene può essere molto utile anche per la sua fisicità».
Camplone, esonerato lo scorso settembre dal Cesena, è pronto a tornare in pista per il prossimo campionato.
«Vedremo. Al momento non mi ha cercato nessuna società. La serie B? Per la promozione diretta vedo bene Empoli e Frosinone. Pensavo che il Palermo potesse fare qualcosa in più e, sinceramente, mi ha un po’ deluso». E poi parla dei play off. «Ho partecipato quattro volte agli spareggi promozione e ho capito che li vince hi ha meno da perdere. Chi arriva ai play off da ottavo ha molte possibilità di arrivare fino in fondo».
Il Pescara andrà ai play off? «Sì, ma deve cambiare mentalità», sentenzia il tecnico pescarese. «Vedo una squadra spenta e la cosa non mi piace affatto». Un suo futuro in biancazzurro è una cosa possibile? «A me piacerebbe tanto, ma i tifosi non mi vogliono», dice, riferendosi ad alcune ruggini del passato. «Io ci verrei ad allenare il Pescara, anche se non sarebbe facile visto che sono nato e cresciuto in questa città».
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