CALCIO
Pescara, ventesima sconfitta e rifondazione
Nell'ultima giornata all'Adriatico la Salernitana rifila tre reti ai biancazzurri e festeggia la promozione in serie A (ma deve cambiare proprietà). Ora Sebastiani prima di potenziare la rosa deve liberarsi dei calciatori con ingaggi alti
PESCARA. Il Delfino, già retrocesso in C, si arrende anche alla Salernitana che cala il tris nella ripresa e conquista la promozione in serie A dopo 23 anni a discapito della corazzata Monza che va agli spareggi.
Discreto primo tempo del Pescara che sfiora il gol con Odgaard e colpisce un palo con Ceter, ma nella ripresa la squadra di Fabrizio Castori domina la scena e va in gol con Anderson su rigore (il migliore in campo), Casasola e Tutino. Per Castori, ex tecnico di Lanciano e Castel di Sangro, si tratta della decima promozione in carriera.
Al contrario, si chiude nel peggiore dei modi il pessimo campionato del Pescara che rimedia la ventesima sconfitta stagionale. I biancazzurri terminano il torneo al penultimo posto con 32 punti e numeri negativi che fanno rabbrividire. In 38 partite appena 7 vittorie, 11 pareggi e 20 ko, 29 gol realizzati (peggior attacco della B insieme al Cosenza) e 60 gol subiti (seconda difesa più perforata dopo quella della Virtus Entella). Inevitabile la discesa in C, una categoria in cui il Pescara sprofonda a distanza di undici anni. Ora serve una rivoluzione per eliminare le scorie della retrocessione e programmare la ripartenza.
Il presidente Daniele Sebastiani ha chiesto scusa alla città, ammesso di aver sbagliato tutto nell'ultimo anno e mezzo e, infine, promesso di allestire una squadra competitiva. Non è un compito facile, dal momento che prima di potenziare la rosa bisogna liberarsi dei calciatori con ingaggi alti. Gli effetti negativi della pandemia e le minori entrate causate dalla retrocessione privano la società di ingenti risorse.
Per questi motivi è necessario cedere alcuni giocatori che sono sotto contratto e percepiscono lauti stipendi. I vari Fiorillo, Busellato, Memushaj, Galano, Valdifiori, Sorensen, Scognamiglio, Masciangelo, Nzita e Drudi incidono sul bilancio per quasi 4 milioni di euro e per il Pescara è difficile trattenerli. Staremo a vedere.
In casa Salernitana ci sono invece altri problemi. Il presidente Lotito, che è anche presidente della Lazio, non può avere due squadre nella medesima serie. E ha trenta giorni di tempo per cedere la società; se non arriveranno offerte le norme prevedono che a proprietà invariata il club perda il diritto alla promozione.
PESCARA-SALERNITANA 0-3
PESCARA (3-5-2): Fiorillo; Volta, Guth, Sorensen; Capone, Omeonga, Valdifiori, Machin, Masciangelo; Odgaard, Ceter. A disposizione: Alastra, Radaelli, Bellanova, Nzita, Busellato, Tabanelli, Giannetti, Vokic, Galano, Riccardi, Longobardi, D’Aloia.
Allenatore: Gianluca Grassadonia.
SALERNITANA (3-5-2): Belec; Bogdan, Gyomber, Mantovani; Casasola, Capezzi, Di Tacchio, Kiyine, Jaroszynski; Tutino, Gondo.
A disposizione: Adamonis, Aya, Durmisi, Veseli, Sy, Boultam, Kupisz, Schiavone, Anderson, Cicerelli, Djuric, Kristoffersen.
Allenatore: Fabrizio Castori.
Arbitro: Prontera di Bologna.
Reti: 22’ st Anderson (S, rig.), 28' st Casasola (S), 36' st Tutino (S).