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3 febbraio

3 Febbraio 2025

Oggi, ma nel 1968, a Sanremo, in provincia di Imperia, nel salone delle feste del Casinò, Sergio Endrigo e il brasiliano Roberto Carlos, con 306 voti, si aggiudicavano l’edizione numero 18 del Festival della canzone italiana col brano “Canzone per te”, scritto da Endrigo, con la partecipazione di Louis Enriquez Bacalov e di Sergio Bardotti. Dopo la kermesse della Città dei fiori Endrigo (nella foto, particolare, insieme a Carlos che stringe nella mano sinistra l’iconica statuetta dell’ambito premio, proprio nella serata conclusiva), di Pola, classe 1933, pubblicherà il singolo contenente il pezzo di successo con “Il primo bicchiere di vino” quale traccia nel b-side. E, il 31 dicembre successivo, la sua versione di “Canzone per te” chiuderà la classifica nazionale dei singoli al numero 26, dopo aver toccato il secondo posto come massimo risultato complessivo. Carlos Braga, di Cachoeiro de Itapemirim, del 1941, invece, includerà nel lato b del 45 giri “È tempo di saper amare”. E la sua interpretazione terminerà, a fine anno, al 68 nella chart tricolore dei 45 giri, dopo essersi spinta solo in ottava posizione quale score. Il trionfo di “Canzone per te”, nell’anno caldo che sarà contraddistinto politicamente e socialmente dalla contestazione, sia operaia che studentesca, portava i critici musicali e gli addetti ai lavori, come fra tutti l’autorevole Fabrizio “Faber” De Andrè, a sostenere che il livello dei pezzi fosse sensibilmente cresciuto, verosimilmente anche a causa dell’estremo gesto -il suicidio, a 27 anni, con buona probabilità per delusione professionale- compiuto da Luigi Tenco, alfiere della scuola genovese, il 26 febbraio 1967, a margine del Festival precedente. In seconda piazza, in quel Festival, si classificavano Ornella Vanoni e Marisa Sannia, con “Casa bianca”, con 255 preferenze, e in terza Adriano Celentano e Anna Maria Mazzini “Milva”, con “Canzone”, totalizzando 251 “si”. La stranezza delle due versioni portate in gara da Endrigo e Carlos era la non uniformità dei testi, con difformità evidenti riscontrabili anche nel ritornello. Quel Festival, con Pippo Baudo, alla prima delle sue tredici conduzioni, che era affiancato dalla affascinante "Luisa Rivelli", al secolo Rossella Lanfranchi, era stato caratterizzato, tra l’altro, dall’eliminazione da parte della commissione esaminatrice delle canzoni da portare sul palco di “Meraviglioso”, di Domenico Modugno, con tanto di successiva polemica.