Verratti si piega al Psg: resto a Parigi, niente Barça
Il centrocampista abruzzese prende le distanze dalle affermazioni del suo agente: «Non rispecchiano il mio pensiero». E annuncia che rimarrà in Francia. Intanto piovono altri soldi dalla Nike
Marco Verratti si piega al Paris Saint Germain. Lo sceicco Al Khelaifi vince il braccio di ferro e il sogno del centrocampista abruzzese di vestire la maglia del Barcellona resta tale. La svolta ieri sera quando il Paris Saint Germain ha pubblicato sul suo sito Internet una video-dichiarazione del 24enne centrocampista originario di Manoppello. «Sono stati giorni difficili», ha detto. «Ho letto le affermazioni del mio agente e vorrei dire a tutti che non rispecchiano il mio pensiero né le mie parole. Mi scuso con tutte le persone del club, col presidente, i tifosi e i giocatori. Sono molto felice qui, ora sono tornato ad allenarmi e sono pronto a tornare qui. Ho molto rispetto per il Paris Saint-Germain e se sono il giocatore che sono è grazie a questo club. Ecco perché sono dispiaciuto. Non erano le mie parole, ha commesso un errore. Ora tutti siamo focalizzati a lavorare e darò il massimo come ho sempre fatto per il club».
Verratti fa riferimento alle parole del suo agente, ovvero dell’avvocato lancianese Donato Di Campli. Che in un’intervista al Corriere dello Sport di ieri aveva parlato di un giocatore «prigioniero dell’emiro». Parole che hanno mandato su tutte le furie la proprietà quatariota e il presidente Al Khelaifi. Che hanno preteso una smentita dal giocatore, tra l’altro al primo giorno di allenamento con i compagni. E così uno dei tormentoni del calciomercato estivo sembra giunto al capolinea con la resa del centrocampista costretto ad accantonare il sogno di giocare con Messi in maglia blaugrana. Il ritorno ad allenarsi era una decisione già presa nella speranza di portare avanti comunque il braccio di ferro per andare via. Poi, però, ecco l’imprevisto: l’intervista e quel termine «prigioniero» che hanno dato la stura alla dirigenza parigina per prendere il coltello dalla parte del manico. E così Verratti è stato “costretto” a prendere le distanze dalle parole rese dall’agente Di Campli che in questi mesi ha cercato di assecondare il desiderio del suo assistito, quello di lasciare Parigi per Barcellona. Non solo: Verratti ha detto che è felice di ricominciare con il Psg. Da vedere con il tempo se saranno modificati i rapporti con Di Campli alla luce dell’uscita pubblica di ieri sera.
D’altronde Al Khelaifi era stato chiaro: «Per noi Verratti è come Totti. E la Roma non ha mai venduto il suo campione» avrebbe detto il patron del Psg. Ora può darsi che scatti l’aumento dell’ingaggio, pur di accontentare il centrocampista ex Pescara, che guadagna 5,6 milioni di euro l’anno fino al 2021. A poco meno di 25 anni Marco Verratti è diventato una macchina da soldi. E’ partito con un ingaggio di un milione (comprensivo di bonus) e rinnovo dopo rinnovo è salito agli attuali 5,6 milioni. Che lieviteranno. Si è rivelata azzeccata la previsione di Daniele Sebastiani. «Penso che resti al Psg», l’opinione del presidente del Pescara, espressa a Radio Olympia Incontro giovedì. «Se anche il Barcellona lo avesse voluto, ha sbagliato l'approccio. Se ce l'ha il Pescara puoi fare la voce grossa, con il proprietario del Psg no. Lui potrebbe decidere di farlo correre cinque anni da solo intorno al campo». Fino a qualche mese fa Marco Verratti era l’idolo indiscusso del Psg. E la sua maglia era la più venduta allo store. Un particolare - si fa per dire - che non è sfuggito alla Nike. Da qui il corteggiamento sfociato con il nuovo contratto di sponsorizzazione. Si parla di una cifra tra i 20 e i 30 milioni di euro su base pluriennale. Se si pensa che l’ultimo contratto di sponsorizzazione della Puma era di 250mila euro a stagione i conti sono presto fatti.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Verratti fa riferimento alle parole del suo agente, ovvero dell’avvocato lancianese Donato Di Campli. Che in un’intervista al Corriere dello Sport di ieri aveva parlato di un giocatore «prigioniero dell’emiro». Parole che hanno mandato su tutte le furie la proprietà quatariota e il presidente Al Khelaifi. Che hanno preteso una smentita dal giocatore, tra l’altro al primo giorno di allenamento con i compagni. E così uno dei tormentoni del calciomercato estivo sembra giunto al capolinea con la resa del centrocampista costretto ad accantonare il sogno di giocare con Messi in maglia blaugrana. Il ritorno ad allenarsi era una decisione già presa nella speranza di portare avanti comunque il braccio di ferro per andare via. Poi, però, ecco l’imprevisto: l’intervista e quel termine «prigioniero» che hanno dato la stura alla dirigenza parigina per prendere il coltello dalla parte del manico. E così Verratti è stato “costretto” a prendere le distanze dalle parole rese dall’agente Di Campli che in questi mesi ha cercato di assecondare il desiderio del suo assistito, quello di lasciare Parigi per Barcellona. Non solo: Verratti ha detto che è felice di ricominciare con il Psg. Da vedere con il tempo se saranno modificati i rapporti con Di Campli alla luce dell’uscita pubblica di ieri sera.
D’altronde Al Khelaifi era stato chiaro: «Per noi Verratti è come Totti. E la Roma non ha mai venduto il suo campione» avrebbe detto il patron del Psg. Ora può darsi che scatti l’aumento dell’ingaggio, pur di accontentare il centrocampista ex Pescara, che guadagna 5,6 milioni di euro l’anno fino al 2021. A poco meno di 25 anni Marco Verratti è diventato una macchina da soldi. E’ partito con un ingaggio di un milione (comprensivo di bonus) e rinnovo dopo rinnovo è salito agli attuali 5,6 milioni. Che lieviteranno. Si è rivelata azzeccata la previsione di Daniele Sebastiani. «Penso che resti al Psg», l’opinione del presidente del Pescara, espressa a Radio Olympia Incontro giovedì. «Se anche il Barcellona lo avesse voluto, ha sbagliato l'approccio. Se ce l'ha il Pescara puoi fare la voce grossa, con il proprietario del Psg no. Lui potrebbe decidere di farlo correre cinque anni da solo intorno al campo». Fino a qualche mese fa Marco Verratti era l’idolo indiscusso del Psg. E la sua maglia era la più venduta allo store. Un particolare - si fa per dire - che non è sfuggito alla Nike. Da qui il corteggiamento sfociato con il nuovo contratto di sponsorizzazione. Si parla di una cifra tra i 20 e i 30 milioni di euro su base pluriennale. Se si pensa che l’ultimo contratto di sponsorizzazione della Puma era di 250mila euro a stagione i conti sono presto fatti.
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