Abusi sessuali nella comunità: capo e segretaria vanno a giudizio
Sono accusati da donne che in passato hanno frequentato il gruppo, 11 le parti civili. I difensori: «Riteniamo di aver già chiarito tutto, il dibattimento lo farà ulteriormente»
TERAMO. Sarà un processo ad accertare la verità. Almeno quella giudiziaria. Così ha stabilito il giudice Marco Procaccini che ha rinviato a giudizio due esponenti, responsabile e segretaria, della comunità spirituale Movimento Universale Umani in divenire con una sede a Campli accusati di presunti abusi sessuali su alcuni ex adepti della comunità. Undici le parti civili che si sono costituite.
A processo, prima udienza il 18 maggio, vanno Pietro Tamburella, 53 anni, e Valeria Ficarra, 43 anni. Sono assistiti dagli avvocati Lauro Tribuiani e Giampaolo Magnanimi. «Riteniamo di aver già chiarito l’estraneità dei nostri assistiti alle accuse contestate anche se il giudice ha deciso diversamente», hanno commentato a fine udienza i legali, «una decisione, quella del tribunale, che rispettiamo ma sicuramente non condividiamo. Siamo sicuri che nel corso del dibattimento tutto sarà chiarito».
Il fascicolo è del pm Silvia Scamurra e nel corso dell’inchiesta, aperta da tempo, è stata fatta richiesta di applicazione di misure cautelari personali. Richiesta rigettata dal giudice. L’inchiesta è stata avviata dopo le denunce presentate da alcune donne che in passato hanno frequentato la comunità che ha sede in varie località italiane. Secondo l’accusa i due imputati, approfittando delle loro condizioni psicologiche, le avrebbero costretto a subire atti sessuali.
«Tutto», così si legge nel capo d’imputazione, «secondo un collaudato schema comportamentale in cui rituali pseudo-religiosi dissimulavano vere e proprie aggressioni di natura sessuale abusando delle condizioni di vulnerabilità fisica e psichica in cui versava l’adepta abilmente adescata su internet attraverso una piattaforma denominata Tardis che l’interessata aveva iniziato a frequentare in un momento di intima fragilità e di seria difficoltà economica, partecipando assiduamente alle sedute notturne di training spirituale».
E ancora, si legge sempre nel capo d’imputazione: «Subdolamente indrottinata alla rigenerazione ed elevazioni spirituali anche attraverso pratiche di natura sessuale con rigida alternanza sonno/veglia– che la riducevano in condizioni di sfinimento fisio psichico svegliandola nel cuore della notte ed inscenando un rituale all’interno di una stanza appositamente allestita con candele ed essenze convincendola a spogliarsi per sottoporsi a un massaggio rigenerante che ne avrebbe riattivato i centri energetici».
Negli atti si fa riferimento alla consegna di somme di denaro da parte degli adepti per finanziare attività della comunità, ma su questo fronte non vengono contestate ipotesi di reato. Le accuse sono state sempre respinte dai due imputati. (d.p.)