Catarra: niente proroga ai dirigenti
Il presidente della Provincia replica alle accuse lanciate da Cgil e Uil
TERAMO. «Non ho affatto rinnovato l'incarico al direttore generale Gianna Becci e al dirigente Danilo Crescia». Così il presidente della Provincia replica alle accuse di Cgil e Uil che nei giorni scorsi hanno denunciato l’illegittimità dell’atto con cui, lo scorso 12 giugno,Catarra avrebbe prolungato fino a dicembre i due contratti dirigenziali. «Nel caos più totale, non della Provincia di Teramo ma di tutte le Province italiane», scrive Catarra, «ed essendoci degli atti di competenza di ambedue da portare avanti, mi sono limitato a prendere atto, come sta accadendo ovunque, dell'interpretazione che ha dato l'Upi, l’Unione delle Province Italiane, sul concetto di continuità amministrativa contenuta quest'ultima nella legge di riforma delle Province. Forse non è chiaro ma le Province non scompaiono, così come non è chiaro, ma dovrebbe esserlo soprattutto ai sindacati che si occupano di funzione pubblica, che proprio nelle propaggini non elettive dello Stato la figura del direttore generale è irrinunciabile». Continua Catarra: «Io, non ogni caso, non ho preso alcuna posizione limitandomi ad una presa d'atto dell'interpretazione fornita dall'UPI sul concetto di continuità fino all'elezione di secondo livello, entro settembre: non ho sposato alcuna causa e come tutti i presidenti nelle mie condizioni sono in attesa di sapere cosa dobbiamo fare. La nostra è una situazione originale: nè la Becci nè il dirigente Crescia sono risorse esterne all'ente. La Cgil mi invita a valorizzare le risorse interne e nel caso specifico si tratta proprio di risorse interne, visto che né io né la mia amministrazione, unico caso in tutto l'Abruzzo, abbiamo fatto nomine di staff o di personale estraneo all'ente. Non è nelle mie competenze nè nelle mie intenzioni assumere decisioni diverse da quelle delle altre Province italiane e da quello che i dirigenti, quando esprimeranno un parere come di loro competenza, decideranno di fare»