TERAMO
Coronavirus: novemila mascherine chirurgiche e liquido igienizzante, sequestri e ammende
Guardia di finanza rileva illegorarità e omissioni nei prodotti venduti in tre esercizi commerciali di Pineto e Tortoreto. In un caso scatta anche la denuncia penale per frode
TERAMO. Quasi novemila mascherine chirurgiche non sicure, oltre ad antisettici e dispositivi di protezione individuale non conformi agli standard sono stati sequestrati dalla Tenenza dalla guardia di finanza di Roseto degli Abruzzi (Teramo) che ha inoltre sanzionato con ammende tre titolari di esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti connessi all’emergenza pandemica. Uno dei titolari è stato anche deferito all’autorità giudiziaria per frode in commercio. E’ il risultato di una azione ispettiva delle fiamme gialle che si è concentrata su tre imprese che operano a Pineto e Tortoreto.
Nel dettaglio, sono stati sequestrati: 8mila 800 mascherine ritenute non sicure, perché prive del relativo “fascicolo tecnico” e di “autocertificazione sostitutiva”; 5mila 519 litri di prodotti antisettici/disinfettanti (ipoclorito di sodio), contenuti sia in cisterne che in 3mila 279 confezioni oltre a 63mila etichette esplicative del prodotto. Flaconi e taniche non avevano l’autorizzazione del ministero della Salute.
Mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuali sono assoggettati a leggi e normative, pertanto in caso di irregolarità o omissioni, chiariscono i finanzieri, si procede con il sequestro amministrativo, la segnalazione alla prefettura competente, in questo caso Teramo, e la sanzione pecuniaria che va da un minimo di 21mila 400 euro a un massimo di 128mila 400 euro.
Diversa invece la normativa per il liquido igienizzante in base alla quale tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione sono classificabili come prodotti biocidi e possono essere posti in commercio solo dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione alla commercializzazione da parte del ministero della Salute o della Commissione Europea. Per tali prodotti, dunque, nei casi di comportamenti illeciti, si procede con il sequestro penale con conseguente denuncia all’autorità giudiziaria dell’amministratore delegato della società per frode nell’esercizio del commercio.
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