sanità
Epatite C, 150 pazienti in attesa di cure all'ospedale di Teramo
Per carenza di medici a Malattie infettive nove mesi di attesa per il Fibroscan, esame preliminare alla nuova terapia
TERAMO. Sono almeno 150 i teramani che aspettano di entrare nel protocollo che dà la concreta speranza di guarire dall’epatite C. Il reparto di malattie infettive del Mazzini a febbraio, infatti, è stato il primo in Abruzzo a somministrare il Sovaldi, il farmaco rivoluzionario che la Regione ha inserito nel prontuario farmaceutico in modo da portelo fornire, nei centri autorizzati, gratuitamente. E’ molto costoso e un paziente da solo non potrebbe comprarlo.
Finora sono 34 i pazienti teramani “ammessi” a questo tipo di cura. Potrebbero essere di più, ma si è creato un imbuto. Per accedere al protocollo bisogna che il paziente faccia degli esami, fra cui il Fibroscan, indispensabile per vedere quanto il fegato è fibroso. Ma adesso il reparto sta fissando appuntamenti a febbraio 2016. Più esami non si possono fare.
«Abbiamo chiesto una seduta aggiuntiva, ma servirebbe un altro medico», conferma il primario, Dante Di Giammartino. «In futuro speriamo di attivare un nuovo tipo di esame, Arfi, un'elastografia che costituirà una innovazione importante: è stato ordinato insieme a un nuovo ecografo con contrasto top di gamma, dovrebbero arrivare in un paio di mesi», aggiunge il responsabile dell’epatologia nell’unità operativa, Pierluigi Tarquini. Ma resta lo scoglio della carenza di personale. Il reparto finora porta avanti il protocollo con le proprie scarse risorse: oltre al direttore, ci sono solo tre medici. «E’ fra quelli che hanno minor personale in Abruzzo, ma dopo Pescara ha i numeri più grossi, sia per controllo dell’Hiv che delle malattie di fegato. Vorremmo lavorare con un minimo di serenità», osserva Di Giammartino. Per questo sono necessarie nuove assunzioni.
Tantopiù «che il reparto ha fatto risparmiare 260mila euro perchè», precisa Tarquini, «ne abbiamo arruolati cinque in uno studio compassionevole, per cui noi ricevuto gratis il farmaco dalle aziende produttrici. Siamo unici in Abruzzo ad averlo fatto. I due farmaci usati costano infatti 55mila euro più Iva, cifra che va moltiplicata per i cinque pazienti. Il protocollo peraltro sta dando risultati eccezionali: complimenti alla Regione e ai farmacisti abruzzesi, perchè in Abruzzo si lavora in maniera molto fattiva».
Accanto al problema di carenza di personale c’è anche quello del nuovo reparto pronto ormai da mesi, ma ancora vuoto, nell’ex sanatorio, proprio davanti all’hospice. «C'è stata un'accelerazione nei lavori nel periodo antecedente al Natale perchè c'era l’obbligo di allestire percorsi per la valutazione dei casi di ebola, assicurando anche stanze a pressione negativa funzionanti», aggiunge Di Giammartino, «sembrava che ci dovessimo trasferire, ci sono mobili e attrezzature, stanze ampie e ambulatori ma ancora non è avvenuto. Per noi sarebbe importante spostarci nella nuova sede». Probabilmente manca un permesso, l’appello è a superare l’intoppo burocratico.