castelli si mobilita
In 300 per dire no alla centrale a biomasse a rischio anche 30 aziende biologiche
CASTELLI. In trecento a Castelli per dire no alla centrale a biomasse a contrada Corazzano. Il “no” è arrivato forte e chiaro dalla manifestazione organizzata dal comitato civico “La nostra terra” e...
CASTELLI. In trecento a Castelli per dire no alla centrale a biomasse a contrada Corazzano. Il “no” è arrivato forte e chiaro dalla manifestazione organizzata dal comitato civico “La nostra terra” e da Mountain wilderness. In piazza ieri mattina c’erano cittadini, imprenditori agricoli e turistici e ambientalisti: tutti preoccupati per l’impatto che potrebbe avere la centrale, la cui realizzazione è stata autorizzata dal Comune di Castelli. Fra i presenti il vicepresidente del Cai Abruzzo Gaetano Falcone, Stefano Allavena presidente regionale della Lipu - ha osservato che «in zona preparco non si possono fare questi impianti» - Lugi Giannangelo in rappresentanza degli architetti del paesaggio, Antonio Perrotti per l’ associazione regionale Terre pubbliche - da tecnico esperto in biomasse ha sottolineato come questi progetti si basino solo sul business - Carlo Alberto Spinelli presidente nazionale Mountain Wilderness, Gianna Cortellini, presidente di Legambiente Teramo e rappresentanti dell’opposizione, fra cui l’ex sindaco Concezio Di Flavio. Ha partecipato anche il sindaco Enzo De Rosa che ha giustificato la scelta sua e dell’amministrazione, lasciando un spiraglio: la decisione si può riduscutere.
«E’ stata una bella manifestazione, aperta, democratica, tranquilla», commenta Mario Viola, responsabile di Mountain wilderness Abruzzo, «noi saremo fino in fondo accanto ai cittadini di Castelli in tutte le sedi, per vincere questa battaglia». Soddisfatto anche Sebastiano Di Paolo, presidente del comitato civico: «c’è stata una bella partecipazione, sintomo che la scelta azzardata dall'amministrazione di Castelli non viene condivisa, al di là del colore politico. Anche il sindaco ha capito che non può non ascoltare le nostre perplessità. Lui stesso sul palco si è dichiarato disponibile a trovare soluzioni. In caso non si vedano fatti concreti andremo avanti, l'ultima opportunità è il ricorso al Tar ma puntiamo a risolvere tutto con dialogo. Temiamo per la nostra salute, è inutile che ci si dica che non inquina: nella relazione tecnica si parla di diverse emissioni dalla centrale». L’aspetto economico non è secondario: se la centrale porterà 3-4 posti di lavoro, sono a rischio 30 aziende agricole biologiche nell’area Castelli, Castel Castagna, Isola e Colledara, senza contare la Lazzaroni, che sorge a 200 metri. Fa notare Nadia Lelli, titolare del B&b “Il gigante che dorme”: «Siamo allibiti: il Comune non ha avvisato la popolazione. Vogliono mettere la centrale in un territorio che non ha eguali per bellezza. Mi preoccupa poi che i sindaci confinanti fanno finta di niente: non si pronunciano e non hanno partecipato alla manifestazione». L’opposizione, che ha già fatto convocare un consiglio in cui ha ottenuto la sospensione delle delibere che autorizzano la costruzione tornerà a chiede una convocazione del consiglio sullo stesso argomento per dare l’opportunità al sindaco di attuare quanto promesso alla piazza. (a.f.)
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