Le ragazze teramane rivivono la passione del ricamo / Le foto
A Teramo, nel negozio di Francesca Sgattoni, si incontrano donne di tutte le età per parlare di ricamo, cucito, intaglio e scambiarsi consigli sulle tecniche più raffinate di quest'arte
Aghi, paillettes, stoffe, fili, bottoni, gomitoli, uncinetti. Oggetti che fanno pensare a signore di una certa età, ultime depositarie di un'arte appannaggio del mondo femminile di un tempo andato. Invece questi e altri oggetti sono solo alcuni degli "attrezzi del mestiere" di tante donne, molte delle quali giovanissime. Francesca Sgattoni, ad esempio, è una giovane donna teramana che ha lasciato un lavoro grigio e sicuro per seguire la passione del ricamo (e affini) e per tramandarla. Il suo negozio, "L'arte del filo" che gestisce dal dicembre 2010, è un luogo d'incontro, una sorta di salottino dove molte donne, di Teramo e non solo, si ritrovano per parlare di ricamo, cucito, intaglio e scambiarsi consigli sulle tecniche più raffinate di quest'arte.
Un'arte affatto scomparsa, che cattura persone di tutte le età. La sua merceria, in via Capuani, attira ragazze che vogliono comprare qualcosa di originale con cui abbellire magliette altrimenti anonime, per decorare borsette e zaini, realizzare bracciali e collane, insomma per inventare una moda personale e unica. E qui, in un creativo scambio generazionale, incontrano dolci signore dai capelli d'argento che si fermano con la scusa di comperare fili e uncinetti e parlano dei loro lavori, svelando qualche prezioso segreto. «Con ogni cliente», spiega Francesca, «si instaura un rapporto particolare. C'è scambio di conoscenze, suggerimenti, curiosità. E noto che gli oggetti del mio negozio affascinano molto i bambini».
Di qui lo spunto per tenere dei corsi. Francesca sinora ne ha organizzati tre e tutti hanno avuto un ottimo riscontro. «Grazie a una mia amica, Cinzia Iezzi, che ha una pagina su Facebook ("I sogni di Cinzia") dedicata a questa arte», racconta Francesca, «abbiamo avviato il corso di infeltrimento della lana cardata con l'ago. Lo hanno seguito persone di 30, 40 anni, entusiaste. Poi ho pensato di proporre lo stesso corso per bambini, usando aghi particolari che non pungono. I bambini avevano mille curiosità e si sono divertiti». La modernità di Facebook è di aiuto all'antica arte del filo. Con altre due intraprendenti e giovani ricamatrici - Maria Teresa Petritoli (su Fb ha la pagina "Emmeti ceramiche") e Claudia Di Bernardo ("Sole creazioni") - sono nati altri corsi. «Ora sto pensando a un corso di fettucce e di uncinetto a punto a bastone, con il coinvolgimento di piccoli scolari» aggiunge Francesca.
L'Abruzzo è culla di questa arte, con il merletto a tombolo di Canzano, Scanno, L'Aquila in prima fila. Tecniche e schemi differenti sapientemente custoditi dalle donne che li tramandano ai figli dando continuità a un'arte che rischierebbe di scomparire.
Francesca ha riscoperto uno stile, l'arte dei dettagli che impreziosiscono, ha cambiato vita e ha realizzato un sogno. «Sono laureata in Giurisprudenza, avevo intrapreso la carriera di avvocato», racconta, «poi ho lavorato con contratto a tempo indeterminato come impiegata, ma questa passione è stata più forte. Ho lasciato la sicurezza del posto fisso e ho ripreso il negozio che frequentavo come cliente. Il cartello "Vendesi" che da qualche anno era sulla vetrina, mi tornava in mente spesso fino a che ho deciso. Ho lasciato tutto e ora sono una donna che al mattino ha la voglia di alzarsi per andare a lavorare. Mi piace creare, inventare, scoprire e riscoprire». Francesca e il punto a croce si sono conosciuti relativamente tardi, quando lei aveva 23 anni e morì la sua mamma, donna dotata di grande creatività e ingegno: da allora è diventata una specie di mania e anche ora che è mamma di due figli, Teresa e Tiziano, di 8 e 4 anni, si dedica a creare con ago e filo. Ha raccolto un testimone importante.
Un'arte affatto scomparsa, che cattura persone di tutte le età. La sua merceria, in via Capuani, attira ragazze che vogliono comprare qualcosa di originale con cui abbellire magliette altrimenti anonime, per decorare borsette e zaini, realizzare bracciali e collane, insomma per inventare una moda personale e unica. E qui, in un creativo scambio generazionale, incontrano dolci signore dai capelli d'argento che si fermano con la scusa di comperare fili e uncinetti e parlano dei loro lavori, svelando qualche prezioso segreto. «Con ogni cliente», spiega Francesca, «si instaura un rapporto particolare. C'è scambio di conoscenze, suggerimenti, curiosità. E noto che gli oggetti del mio negozio affascinano molto i bambini».
Di qui lo spunto per tenere dei corsi. Francesca sinora ne ha organizzati tre e tutti hanno avuto un ottimo riscontro. «Grazie a una mia amica, Cinzia Iezzi, che ha una pagina su Facebook ("I sogni di Cinzia") dedicata a questa arte», racconta Francesca, «abbiamo avviato il corso di infeltrimento della lana cardata con l'ago. Lo hanno seguito persone di 30, 40 anni, entusiaste. Poi ho pensato di proporre lo stesso corso per bambini, usando aghi particolari che non pungono. I bambini avevano mille curiosità e si sono divertiti». La modernità di Facebook è di aiuto all'antica arte del filo. Con altre due intraprendenti e giovani ricamatrici - Maria Teresa Petritoli (su Fb ha la pagina "Emmeti ceramiche") e Claudia Di Bernardo ("Sole creazioni") - sono nati altri corsi. «Ora sto pensando a un corso di fettucce e di uncinetto a punto a bastone, con il coinvolgimento di piccoli scolari» aggiunge Francesca.
L'Abruzzo è culla di questa arte, con il merletto a tombolo di Canzano, Scanno, L'Aquila in prima fila. Tecniche e schemi differenti sapientemente custoditi dalle donne che li tramandano ai figli dando continuità a un'arte che rischierebbe di scomparire.
Francesca ha riscoperto uno stile, l'arte dei dettagli che impreziosiscono, ha cambiato vita e ha realizzato un sogno. «Sono laureata in Giurisprudenza, avevo intrapreso la carriera di avvocato», racconta, «poi ho lavorato con contratto a tempo indeterminato come impiegata, ma questa passione è stata più forte. Ho lasciato la sicurezza del posto fisso e ho ripreso il negozio che frequentavo come cliente. Il cartello "Vendesi" che da qualche anno era sulla vetrina, mi tornava in mente spesso fino a che ho deciso. Ho lasciato tutto e ora sono una donna che al mattino ha la voglia di alzarsi per andare a lavorare. Mi piace creare, inventare, scoprire e riscoprire». Francesca e il punto a croce si sono conosciuti relativamente tardi, quando lei aveva 23 anni e morì la sua mamma, donna dotata di grande creatività e ingegno: da allora è diventata una specie di mania e anche ora che è mamma di due figli, Teresa e Tiziano, di 8 e 4 anni, si dedica a creare con ago e filo. Ha raccolto un testimone importante.
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