Il commissario Giovanni Legnini, al centro, con il rettore Dino Mastrocola e il sottosegretario Franco Gabrielli

TERAMO

Legnini: "Ricostruzione bloccata, ma ora dobbiamo tenere il ritmo" / VIDEO

Il commissario fa il punto sugli interventi nell’incontro all’università con il sottosegretario Gabrielli

TERAMO. Una ricostruzione «molto sottostimata» nella prima fase emergenziale, ma che da un paio d’anni ha preso a marciare con passo più celere e sicuro. Il recupero, registrato nei dati degli interventi avviati sia sul versante privato che su quello pubblico, è messo in discussione però da una nuova sfida: la crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. A tracciare bilancio e prospettive del post-sisma del Centro Italia è il commissario di governo Giovanni Legnini ieri a Teramo ospite del convegno "Gestione delle emergenze, sicurezza, protezione civile e ricostruzione: prospettive di riforma". «Se riusciremo a mantenere questo ritmo, con decreti, progetti e cantieri», spiega, «la ricostruzione sarà relativamente veloce, ma questa è una storia ancora da scrivere».

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Legnini parla della ricostruzione post terremoto
L'intervento del commissario alla ricostruzione a margine del convegno "Gestione delle emergenze, sicurezza, protezione civile e ricostruzione: prospettive di riforma" (video di Luciano Adriani)

Il commissario fa il punto della situazione in occasione del convegno sulla gestione delle emergenze organizzato dall’università e dal sindacato di polizia Fsp. Nell’aula magna dell’ateneo, al fianco del rettore Dino Mastrocola, che introduce i lavori, siedono Legnini, il capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco Guido Parisi e il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Franco Gabrielli, cui sono affidate le conclusioni sulle principali criticità affrontate di recente sul territorio nazionale. Tra le ferite ancora aperte c’è il terremoto del Centro Italia a cavallo tra fine 2016 e inizio 2017. «Dopo l’Irpinia è il cratere più esteso d’Italia», ricorda il commissario, «con 61mila edifici da ricostruire, seimila interventi pubblici e tremila chiese da riparare».

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