Montagna, 8 Comuni si uniscono
Patto tra sindaci a Tossicia, nasce l’Unione del Vomano contro la spending review voluta da Monti
TOSSICIA. Un primo passo verso l’Unione dei Comuni del Vomano. Martedì, nella sede della Comunità montana di Tossicia, si sono riuniti i sindaci dei centri che fanno parte dell’ente, dalle cui ceneri nascerà l’Unione dei Comuni che comprenderà Tossicia, Isola, Colledara, Montorio, Fano, Pietracamela, Castel Castagna, Crognaleto e forse Castelli e Arsita. Le nuove regole dettate dal governo Monti sulla spending review, d’altronde, non danno scampo: i centri con meno di tremila abitanti devono consorziarsi, altrimenti arriva un commissario che lo deciderà d’imperio. Ma al di là di questo è il buon senso che suggerisce di unire le forze per assicurare più servizi alla popolazione.
«Con l’Unione assoceremo i servizi, come già accaduto in Vibrata», esordisce il sindaco di Pietracamela, Antonio Di Giustino, «e così ridurremo la spesa. E’ un’ottima iniziativa che non solo “salva” i piccoli Comuni ma consente un risparmio notevole. Si pensi che cosa significa gestire in maniera associata i vigili urbani, l’economato, l’ufficio tecnico e l’anagrafico, i rifiuti e il trasporto alunni. Un Comune che ha solo 270 abitanti come il nostro da solo non ce la potrebbe fare, così riduciamo i costi di gestione del 30-40%».
«Da tempo dico che è l’unica salvezza delle zone interne: bisogna creare un’unica collettività che raggiunge i 10mila cittadini, che peraltro ha più peso quando si va in qualsiasi contrattazione», fa notare Giuseppe D’Alonzo, sindaco di Crognaleto con 1.524 residenti, «per ora più di così noi non possiamo fare:abbiamo comprato da soli un’ambulanza di Aprati, ma i defibrillatori sono senza batterie e nessunio le compra. A Pietracamela il Comune è dovuto intervenire economicamente per la cabinovia, Fano resta senza guardia medica. Stiamo discutendo su come tramutare la Comunità montana in Unione dei Comuni e garantire i dipendenti: ce ne sono 9 che vanno riassorbiti». Diversa la condizione di Isola e Montorio, la cui popolazione supera il limite stabilito per legge e non sono obbligate ad aderire, ma lo fanno lo stesso, anche se riservandosi un’autonomia maggiore. «Noi pensiamo che bisogna ragionare in termini di territorio vasto», afferma Alfredo Di Varano, sindaco di Isola, «è una scelta giusta continuare l’esperienza della Comunità montana, trasformandola in Unione dei Comuni. Entro il 30 aprile deve essere deliberato dai consigli comunali, ma prima è necessario sapere qual è l’incentivo per l’assorbimento del personale della Comunità montana. Noi veniamo da un’esperienza di forte coesione territoriale: l’area montana può avere speranza di resistere solo se unisce gli sforzi, vale anche per i Comuni più grandi come Isola e Montorio».«E’ giusto», conclude Alessandro Di Giambattista, sindaco di Montorio, «associare i servizi per ottimizzarli e risparmiare. Sicuramente noi assoceremo i servizi sociali, valuteremo gli altri. Ritengo poi che sia importante che il presidente dell’Unione lo faccia il sindaco di uno dei Comuni più piccoli. Mentre il fatto che Montorio partecipi è importante anche dal punto di vista logistico: i 2 Comuni è più grandi hanno i responsabili dei servizi che possono organizzare al meglio le attività». (a.f.)
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