Niente tracce sul navigatore di Parolisi

15 Novembre 2011

Il 18 aprile era spento, impossibile accertare gli spostamenti della macchina

TERAMO. Era considerato un reperto importante, di quelli che possono diventare indizi decisivi. Il navigatore satellitare della macchina di Salvatore Parolisi avrebbe potuto rivelare gli spostamenti fatti il 18 aprile, ma quel giorno era spento. Impossibile, dunque, trovare tracce nella memoria del software: lo hanno accertato gli esperti del Ris, il raggruppamento investigazioni scientifiche dei carabinieri al termine della prima serie di indagini disposta su più di duecento reperti.

E' evidente che qualsiasi traccia lasciata nell'apparecchio avrebbe potuto stabilire se il 18 aprile, giorno della scomparsa e dell'omicidio di Melania, la Renault Scenic di Parolisi sia stata nel bosco di Ripe, il luogo del delitto. Il caporal maggiore, da luglio in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie, ha sempre negato, ribadendo più volte di essere andato con Melania e la figlia sul pianoro di Colle San Marco dove la donna sarebbe sparita mentre cercava un bagno. Per l'accusa, quella rappresentata sia dalla procura di Ascoli e sia da quella di Teramo a cui l'inchiesta è passata per competenza territoriale, Parolisi, invece, è andato prima a Ripe dove ha ucciso la moglie e poi a Colle San Marco per crearsi un alibi.

Intanto trapela che è impossibile localizzare il punto da cui Parolisi alle 15.26 del 18 aprile ha telefonato a Melania, scomparsa da più di venti minuti. Gli accertamenti dei Ros non ci sono riusciti e nemmeno i tecnici incaricati dalla procura teramana. Le prime indiscrezioni che arrivano, infatti, sembrano delineare nuovamente l'impossibilità di localizzare quella chiamata. Anche questa volta, dunque, i tecnici non sarebbero stati in grado di accertare il posto da cui Parolisi ha chiamato. Era a Colle San Marco o arrivava da Ripe, così come accusano i magistrati? Nuovi accertamenti su quella telefonata erano stati sollecitati dal gip Giovanni Cirillo nell'ordinanza di arresto bis. «Purtroppo», ha scritto Cirillo nel suo provvedimento, «questo tipo di accertamento importantissimo, relativo al geoposizionamento di Parolisi al momento di quella chiamata non si è potuto eseguire per problemi esistenti sulle cosiddette celle intelligenti. Si sollecita l'ufficio della procura a reiterare il tentativo, attesa l'estrema rilevanza dell'accertamento». Ma se la consulenza tecnica non dice nulla sul posto da cui Parolisi ha fatto quella telefonata, i periti confermano quello che hanno già detto i carabinieri del Ros: il telefonino di Melania il 18 aprile non avrebbe mai agganciato la cella di Colle San Marco. Il che, per l'accusa, è la prova che la donna non è mai stata sul pianoro ascolano e che Parolisi mente. Ora l'attenzione è puntata sul 28 novembre, data in cui la Cassazione deciderà sulla scarcerazione.

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