Parla il detenuto picchiato
Faccia a faccia coi poliziotti del ministero di Giustizia.
TERAMO. Caso Castrogno: parla il detenuto vittima del presunto caso di pestaggio finito sul cd che ha fatto il giro d’Italia. L’uomo, un italiano recluso per reati connessi alla droga, è comparso davanti ai poliziotti arrivati dal ministero di Giustizia.
La procura teramana, infatti, ha affidato le indagini ad un particolare gruppo di polizia giudiziaria, giunta da Roma, e specializzata proprio in questo genere di casi. Il detenuto ha raccontato quello che è successo il 22 settembre, ribadendo di aver avuto un violento litigio con un agente finito in ospedale e ancora in malattia, mentre lui è stato refertato nell’infermeria del carcere. Non avrebbe parlato di pestaggio, ma di un chiarimento tra lui e l’agente. Le stesse cose che ieri avrebbe detto al magistrato di sorveglianza di Pescara Alfonso Grimaldi, competente sul penitenziario teramano.
Anche questo magistrato ha aperto un’inchiesta sul caso, acquisendo documentazione e referti medici. Fino a questo momento nel fascicolo della procura intestato al procuratore Gabriele Ferretti e al pm David Mancini non c’è ancora nessun indagato e nè sono ravvisate ipotesi di reato: il termine delle indagini scade tra un mese. E intanto, così come aveva annunciato ai suoi collaboratori, da ieri è in malattia il comadante degli agenti Giuseppe Luzi. Luzi, che nei giorni scorsi ha ammesso che è sua la voce che si sente nel colloquio shock registrato nel cd, ha presentato un certificato medico di quindici giorni. Il comandante ha fatto la sua ammissione al parlamentare radicale Rita Berbardini e agli ispettori inviati dal ministro di giustizia Alfano.
A tutti avrebbe detto di non essersi assolutamente riferito ad un episodio di violenza, ma solo ad un richiamo verbale fatto dagli agenti ai detenuti dopo un violento litigio tra un poliziotto e un recluso. Sul tavolo di Alfano, intanto, è già arrivata la relazione degli ispettori che per tutta la giornata di lunedì hanno raccolto testimonianze e documenti. Anche loro hanno ascoltato il detenuto a cui si fa riferimento nel cd, e raccolto la confessione del comandante. Nei giorni scorsi i sindacati, proprio partendo dall’ultimo caso, sono tornati a denunciare l’emergenza Castrogno e la carenza di personale: un carcere in cui ci sono quattrocento detenuti e 185 agenti. Il nucleo di traduzioni e piantonamenti fa più movimenti di detenuti che i restanti istituti della regione messi insieme. Il movimento detenuti in entrata e in uscita, oltre mille dall’inizio dell’anno, è pari a quella di tutti gli istituti d’Abruzzo messi insieme.
La procura teramana, infatti, ha affidato le indagini ad un particolare gruppo di polizia giudiziaria, giunta da Roma, e specializzata proprio in questo genere di casi. Il detenuto ha raccontato quello che è successo il 22 settembre, ribadendo di aver avuto un violento litigio con un agente finito in ospedale e ancora in malattia, mentre lui è stato refertato nell’infermeria del carcere. Non avrebbe parlato di pestaggio, ma di un chiarimento tra lui e l’agente. Le stesse cose che ieri avrebbe detto al magistrato di sorveglianza di Pescara Alfonso Grimaldi, competente sul penitenziario teramano.
Anche questo magistrato ha aperto un’inchiesta sul caso, acquisendo documentazione e referti medici. Fino a questo momento nel fascicolo della procura intestato al procuratore Gabriele Ferretti e al pm David Mancini non c’è ancora nessun indagato e nè sono ravvisate ipotesi di reato: il termine delle indagini scade tra un mese. E intanto, così come aveva annunciato ai suoi collaboratori, da ieri è in malattia il comadante degli agenti Giuseppe Luzi. Luzi, che nei giorni scorsi ha ammesso che è sua la voce che si sente nel colloquio shock registrato nel cd, ha presentato un certificato medico di quindici giorni. Il comandante ha fatto la sua ammissione al parlamentare radicale Rita Berbardini e agli ispettori inviati dal ministro di giustizia Alfano.
A tutti avrebbe detto di non essersi assolutamente riferito ad un episodio di violenza, ma solo ad un richiamo verbale fatto dagli agenti ai detenuti dopo un violento litigio tra un poliziotto e un recluso. Sul tavolo di Alfano, intanto, è già arrivata la relazione degli ispettori che per tutta la giornata di lunedì hanno raccolto testimonianze e documenti. Anche loro hanno ascoltato il detenuto a cui si fa riferimento nel cd, e raccolto la confessione del comandante. Nei giorni scorsi i sindacati, proprio partendo dall’ultimo caso, sono tornati a denunciare l’emergenza Castrogno e la carenza di personale: un carcere in cui ci sono quattrocento detenuti e 185 agenti. Il nucleo di traduzioni e piantonamenti fa più movimenti di detenuti che i restanti istituti della regione messi insieme. Il movimento detenuti in entrata e in uscita, oltre mille dall’inizio dell’anno, è pari a quella di tutti gli istituti d’Abruzzo messi insieme.