Parolisi, prelevato il Dna a 30 donne
La procura li confronta con le tracce scoperte sotto l'unghia di Melania
TERAMO. L'obiettivo è puntellare il quadro indiziario in attesa di trovare la prova regina. Che per ora non c'è. Per farlo i pm teramani che indagano sull'omicidio di Melania seguono ogni strada. Anche quella di comparare le tracce del Dna femminile trovato sotto l'unghia della vittima con quello delle donne incontrate negli ultimi giorni di vita. Trenta figure femminili che potrebbero aver lasciato quella traccia. Magari con un abbraccio o con una stretta di mano. Questo per escludere che quel profilo genetico appartenga ad un'estranea, a qualcuno che Melania non aveva mai incontrato e che quel 18 aprile - come sostiene da sempre la difesa del marito Salvatore Parolisi accusato dell'omicidio - poteva essere nel bosco delle Casermette.
Così in queste settimane gli investigatori, proprio su delega dei magistrati Davide Rosati e Greta Aloisi, hanno prelevato campioni di profili genetici alle donne incontrate dalla vittima la mattina del 18 aprile e nei giorni precedenti: si va dalle cassiere dei supermercati alle infermiere degli studi medici in cui la donna entrò quel giorno fino alle amiche incontrate ad Ascoli e Folignano. Non solo. A Somma Vesuviana i carabinieri si sono recati dall'estetista di Melania, la professionista che periodicamente le curava le mani. Solo in questo modo il Dna estraneo alla vittima trovato sul corpo potrà essere comparato e attribuito a qualcuno. Senza questo riscontro quella traccia resta uno dei talloni d'Achille dell'impianto accusatorio.
Intanto, mentre si attende il pronunciamento della Cassazione che il 28 novembre dovrà esaminare il ricorso presentato dai difensori di Parolisi sulla scarcerazione, spunta il verbale dell'accordo violato, quello tra il caporal maggiore e i familiari di Melania: nessuno doveva parlare dei tradimenti dell'uomo.
IL PATTO VIOLATO. Tra Salvatore Parolisi e Gennaro rea, il papà di Melania, c'era un patto tra militari. Nessuno dei due avrebbe dovuto rivelare agli investigatori il tradimento di Parolisi con la soldatessa amante. Così dice - in un'intercettazione ambientale - lo stesso Salvatore mentre si sfoga con l'amante. Ma c'era davvero questo patto su cui la difesa punta per smontare la tesi di un Parolisi bugiardo quando nega il tradimento? Il patto esisteva, lo dimostra uno stralcio di verbale che pubblichiamo. Sono le 10,05 del 10 maggio scorso quando Gennaro Rea comincia a parlare nella caserma dei carabinieri di Castello di Citerna.
Carabinieri: «Ricorda di aver parlato il 19 aprile con Salvatore della storia passata che lui aveva avuto con un'altra donna e se si era accordato con lo stesso di non rivelare questa cosa agli inquirenti? Dica perché e di chi è stata l'iniziativa».
Gennaro Rea :«Sono venuto a conoscenza della relazione extraconiugale tra Salvatore ed un'altra donna a Pasqua del 2010. Lo appresi da mia moglie Vittoria che mi parlò di una scappatella di Salvatore con una allieva in una serata di festeggiamenti per fine corso. Io all'epoca non gli diedi troppa importanza ritenendo la cosa limitata ad una serata. Ma chiesi spiegazioni a Salvatore il quale ammise il tradimento nei confronti di Melania. A distanza di qualche tempo, ma non ricordo esattamente quando, Melania e Salvatore erano a casa nostra a Somma Vesuviana. Salvatore andò a correre da solo e Melania mi chiese in prestito l'auto. Seppi che Salvatore fu scoperto da Melania con un altro telefono e che Salvatore aveva ricevuto quel telefono da una donna che aveva vista piangere in un bar. In quella circostanza parlai con Salvatore e gli dissi che mi aveva deluso in quanto non credevo alla sua versione. Ma per quieto vivere non lo incalzai e siccome la situazione mi pareva appianata, non toccai più l'argomento».
Carabinieri :«Ne avete riparlato in epoca recente?».
Gennaro Rea: «Sì, il 19 aprile 2011 di mattina stavamo a San Marco ed affrontai con Salvatore l'argomento della sua scappatella trascorsa, invitandolo a riferire agli inquirenti della sua ex relazione. Lui mi rispose che all'epoca dei fatti avevamo concordato di non rivelare nulla di questa relazione a persone estranee. Io pur acconsentendo alla sua decisione, fui d'accordo a che in quel momento non si rivelasse nulla di questa vecchia relazione. Ma lo invitai comunque a riferire tutto nel caso in cui Melania non si fosse trovata a breve. Dopo il rinvenimento del corpo di Melania, però, non abbiamo più avuto modo di parlare di questa circostanza. Ero sconvolto ed anche convinto che ne avesse parlato con voi». (d.p. e l.c.)
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