Rapinato sul furgone aziendale: la ditta lo licenzia, lui fa ricorso
Il 40enne trasportava l’incasso delle slot machine, minacciato con la pistola su una strada secondaria sul territorio di Roseto. Per l’impresa non ha seguito le procedure di sicurezza corrette, si va davanti al giudice di lavoro
Rapinato durante il servizio e poco dopo licenziato. È accaduto a un 40enne teramano, dipendente di una ditta che si occupa di gestione degli apparecchi che consentono vincite in denaro, vittima nel febbraio 2024 di un colpo a mano armata mentre trasportava con il furgone aziendale l'incasso prelevato dalle slot machine: circa 15mila euro. Un episodio che si è consumato in pieno giorno lungo la strada di Coste Lanciano, nel territorio di Roseto, e che è costato il posto di lavoro al giovane operaio. Infatti la ditta per la quale lavorava da sette anni, a distanza di qualche settimana dalla rapina, ha deciso di licenziarlo per giusta causa perché non avrebbe rispettato le direttive aziendali relative a modi e termini di trasporto del denaro. Una misura alla quale il lavoratore, ritenendo di aver messo in atto le consuete e corrette procedure, ha deciso di opporsi avvalendosi dell'assistenza degli avvocati Fabio Caprioni e Amedeo Di Odoardo che hanno impugnato il licenziamento presentando ricorso al tribunale di Teramo.
Le ragioni delle parti ora saranno oggetto di valutazione da parte del giudice del lavoro Daniela Matalucci che ha fissato per febbraio la prima udienza.
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