TERAMO
Sit-in di protesta, i comitati rilanciano la battaglia per l'ospedale / VIDEO
Si alzano i toni del dissenso per far restare l’ospedale dove sorge l’attuale Mazzini
TERAMO. Torna la battaglia per far restare l’ospedale di Teramo dove sorge l’attuale Mazzini. Il vasto fronte (28 sigle) composto da comitati cittadini, sindacati e associazioni, riuniti sotto la sigla “pro Mazzini”, ha organizzato per questa mattina un sit-in sotto il portico della Camera di commercio.
Luogo e ora non casuali, visto che in contemporanea l’ente camerale ospiterà un incontro nel quale i vertici sanitari della Regione (in primis l’assessore Nicoletta Verì e il dirigente del servizio sanitario regionale Claudio D’Amario), oltre a quelli della Asl teramana, illustreranno il progetto del nuovo ospedale il cui sito è stato da tempo individuato a Piano d’Accio, cinque chilometri a est della città.
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Domenico Bucciarelli, portavoce dei “Pro Mazzini”, spiega le ragioni della protesta: «Ben venga l’illustrazione del progetto, ma non dev’essere assolutamente unilaterale. Noi, che rappresentiamo i quasi diecimila cittadini che hanno firmato per far restare l’ospedale a Villa Mosca, non siamo stati assolutamente interessati. Abbiamo letto una locandina chiusa, nell’incontro non sono previsti neppure gli interventi. Così abbiamo riunito il direttivo del comitato, che ha espresso forte contrarietà alle modalità di quell’incontro. Io mi sono lamentato direttamente con la presidente della Camera di commercio Antonella Ballone, che poi mi ha invitato. Ma piuttosto che essere soggetti passivi di un incontro in cui si espongono le ragioni del sì, preferiamo fare un sit-in di protesta per dire che c’è anche un fronte del no. Un fronte che, faccio notare, è arrivato a quasi diecimila firme, raccolte senza neanche sforzarsi. Registriamo ovunque un sentimento unanime sul no a Piano d’Accio. E continuiamo a chiedere: perché è stato scelto e viene propugnato questo luogo? C’erano cinque siti candidati e le scelte urbanistiche le fa il Comune, quindi? Il sindaco Gianguido D’Alberto su questo tema dovrebbe finalmente prendere una posizione netta».