TERAMO
Teramana derubata dell’identità: chiesti prestiti con il suo nome
Una 50enne denuncia il furto dei dati personali: i cyber ladri li usano per rivolgersi a una finanziaria
TERAMO. Subire un furto è sempre un’esperienza sgradevole, lo è ancora di più quello della propria identità. E nell’era del digitale avviene sempre più spesso. Come è successo a una 50enne teramana che solo quando una società finanziaria l’ha contattata per annunciarle che la sua richiesta di finanziamento era stata respinta ha avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di strano perché lei non aveva fatto nessuna richiesta.
Così ha scoperto di essere stata vittima di un furto di identità, probabilmente avvenuto nell’aprire qualche link ricevuto, e che con le sue credenziali erano state fatte ben cinque richieste di prestiti ad altrettante finanziarie. Di cui una da poco andata a buon fine per il truffatore. Solo grazie alla tempestività della scoperta la donna è riuscita a bloccare tutto scongiurando il rischio di ritrovarsi con una cessione dello stipendio. La teramana ha presentato una denuncia e sull’episodio sono scattate le indagini.
Una minaccia, quella dei furti di identità, molto più diffusa di quanto l'utente internet comune possa immaginare. Perché sono sempre più frequenti i grandi attacchi di cyber criminali che entrano in server internazionali facendo incetta di dati personali degli utenti. Sistemi che si aggiungono alle tecniche più classiche, “phishing” o “malware” usati dai criminali per sottrarre dati dai pc o dai cellulari degli utenti. In questo caso la donna è stata derubata con la truffa del “phishing”.
Si tratta di un sistema che consiste nell’inviare false e-mail o falsi sms spacciandosi per banca o poste al fine di spingere la vittima ad inoltrare i propri dati personali, come numero della carta o della postepay, per poi utilizzarli per operazioni di clonazioni. La comunicazione apparentemente può sembrare ufficiale poiché viene utilizzato il logo, il nome e il layout tipico dell’azienda imitata. Con l’email si invita quindi il destinatario a collegarsi tramite un link a un sito internet del tutto simile a quello della banca o delle poste e ad inserirvi, generalmente attraverso una finestra che si apre dallo stesso link, tutte le informazioni riservate.
Come difendersi? La migliore arma è la prevenzione e su questo ormai da tempo insistono gli esperti del compartimento regionale della polizia postale (diretto da Elisabetta Narciso) che da qualche tempo, così come successo a livello nazionale, è diventato centro operativo di sicurezza cibernetica. Quasi a voler sottolineare anche con le parole l’attività posta a tutela della sicurezza contro il cybercrimine. Perché la prevenzione del furto d’identità viaggia su più fronti: i dati personali, quelli economici, internet e i social. E allora, insistono gli esperti, mai rispondere a email che sembrano arrivare da banche o poste. Il più delle volte sono trappole e rispondere significa caderci.
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