Teramo, case, terreni e società: confiscato patrimonio di 4,5 milioni
Provvedimento nei confronti di F.R., pugliese radicato da anni in Abruzzo dedito al controllo dei locali notturni e indagato per gioco d'azzardo, estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione
TERAMO. E' ritenuto il più rilevante provvedimento di confisca avvenuto in Abruzzo: beni immobili e mobili per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro, in possesso di F.R., 59 anni, di Foggia, da anni radicato nel Teramano. In questo lasso di tempo l'uomo è riuscito a costruire una sorta di impero acquisendo direttamente o per interposta persona (familiari, anche se non più conviventi, e “prestanome”), il controllo e la gestione di una serie di società in Abruzzo, Marche, Lazio ed Emilia-Romagna, nel settore dell’intrattenimento, con la gestione di locali notturni, e in quello immobiliare ed edile. Un patrimonio ora crollato con il provvedimento di confisca emesso dal Tribunale dell’Aquila, a conclusione di un procedimento di prevenzione instaurato dalla Direzione distrettuale Antimafia ed eseguito dal Comando provinciale della guardia di finanza di Ancona.
Le indagini sono state svolte dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Il provvedimento conferma inoltre il sequestro preventivo patrimoniale del Tribunale di Teramo che era già scattato nel giugno 2017 nell’ambito dell’operazione denominata “Riviera”. Si tratta di diciannove unità immobiliari, otto appezzamenti di terreno nonché le quote societarie di quattordici società ubicate nelle province di Teramo, L’Aquila, Rimini, Roma, Ascoli Piceno e Macerata.
Secondo l'accusa, F.R. in 30 anni avrebbe commesso reati, quali usura, estorsione, gioco d’azzardo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, prostituzione, ed è stato indagato per trasferimento fraudolento di valori. Secondo la Finanza la "meticolosa ricostruzione della posizione reddituale e patrimoniale del soggetto indiziato, del proprio nucleo familiare e delle società ad essi riconducibili, ha evidenziato una chiara sproporzione tra quanto fiscalmente dichiarato e l’elevato tenore di vita degli stessi, manifestato anche dall’ingente patrimonio, direttamente o indirettamente, detenuto".