gli arresti
Teramo, notti al night club con le carte di credito clonate
Tra gli acquisti illeciti rifornimenti di benzina in autostrada, elettrodomestici e vestiti. Ci sono anche altri nove indagati
TERAMO. Ci sono 3.250 euro spesi in una notte nel night club, i rifornimenti di benzina in autogrill, gli acquisti di elettrodomestici e abiti: tutto con i codici clonati delle carte di credito arrivatidal Pakistan. Il giorno dopo il mega blitz della polizia con nove arrestati, sono le 100 pagine di ordinanza di custodia cautelare (al netto delle trascrizioni delle 200mila intercettazioni telefoniche) a raccontare il modus operandi di quella che la procura distrettuale antimafia definisce un’organizzazione a cui contesta l’associazione a delinquere finalizzata all’utilizzo di codici di carte di credito clonati, ricettazione e accesso abusivo a sistemi informatici aggravata dalla transnazionalità.
A capo mette il pakistano Adeel Farooq, residente ad Alba . Scrive nell’ordinanza il gip Romano Gargarella nell’accogliere le richieste di misura fatte dal pm David Mancini: «Farooq è da ritenersi il fulcro dell’attività criminale attorno al quale ruotano gli altri affiliati per i contatti per l’utilizzo e la monetizzazione dei codici illegalmente acquisiti. Farooq è l’artefice di numerose spendite e transazioni mediate l’utilizzo di codici e carte di pagamento contraffatte ricevuti in via principale da un connazionale. La centralità del suo ruolo emerge tra l’altro dal con tenuto di numerosi colloqui dai quali traspare l’indispensabilità della sua opera, senza la quale gli altri indagati sarebbero privi della materia prima per la realizzazione delle transazioni».
E intorno al pakistano, secondo l’accusa, gravitano gli imprenditori finiti ai domiciliari. Nell’ordinanza spuntano anche i nomi di altri nove indagati, quindi non destinatari di misure, che secondo l’accusa farebbero parte dell’associazione. Agli arrestati (tranne che a Marcozzi) vengono contestate diverse transazioni fatte tra il 2013 e il 2014 in varie attività commerciali non solo abruzzesi, ma anche delle Marche e del Molise. Con i codici clonati delle carte di credito (rubati a cittadini americani, australiani e indiani) il gruppo aggredisce anche il mercato on-line per fare degli acquisti di materiali da poter poi rivendere. In tutti i casi, sia nelle attività commerciali sia su internet, molte transazioni non vengono autorizzate. E proprio per questo, molto probabilmente prevedendo già questa eventualità, che alcuni, sempre con la presenza di Farooq, si spostano da un locale all’altro, da un’attività all’altra per poter utilizzare il codice falsificato prima che il titolare della carta si accorga della clonazione, blocchi tutto e denunci.(d.p.)