INQUINAMENTO

Troppi batteri nei molluschi, declassato il mare di Tortoreto

Ordinanza del primo cittadino Alessandra Richi dopo le analisi effettuate dallo Zooprofilattico: le vongole si potranno vendere solo dopo depurazione. Verifiche su quelle già in commercio

TORTORETO. Arriva il primo problema per il mare di Tortoreto: trovato il doppio di batteri fecali (del tipo escherichia coli) rispetto al solito sui molluschi raccolti: bloccata la vendita diretta delle vongole. Sarà necessaria la loro depurazione prima della commercializzazione, mentre si rischia il ritiro dei prodotti già venduti. L’ordinanza temporanea firmata dal sindaco Alessandra Richi «a tutela della salute pubblica» declassa infatti il tratto di mare tortoretano da zona “A” a zona “B” per la raccolta di molluschi bivalvi, nello specifico dedicato alla “venus galina”, la vongola comune dell’Adriatico, finché nuove analisi non dimostreranno il ritorno alla normalità dei valori. Fino a ieri, il mare di Tortoreto, con la sua zona “A”, era una delle poche eccezioni in una costa teramana quasi ovunque classificata come zona “B”

. La differenza tra le due classi sta nella quantità massima di unità di batteri nei molluschi, il che determina la possibilità o meno di commercializzare direttamente le vongole, senza passare per il trattamento di depurazione con un procedimento ad hoc normalmente effettuato in vasche contenenti acqua marina pulita che permette ai molluschi di “autofiltrarsi”. Nella zona “A” il limite di escherichia coli ogni 100 grammi di molluschi, è di 230 unità. 490, invece, quelle trovate dall’istituto zooprofilattico di Teramo su un campione di vongole raccolte il 24 marzo scorso davanti alla costa tortoretana nell’ambito del costante monitoraggio effettuato con la Asl.

Il risultato delle analisi ha costretto così il sindaco Alessandra Richi a firmare un’ordinanza con cui si dà anche compito al servizio veterinario della Asl di verificare i prodotti già immessi sul mercato proprio nell’eventualità del ritiro e alla capitaneria di porto di controllare il rispetto dell’obbligo di depurazione da parte dei produttori. Sono però ancora tutti da capire gli effetti che questa notizia può provocare alla filiera della pesca, a cui Tortoreto è fieramente affezionata e a cui sta per dedicare persino un ecomuseo, dopo il museo del mare già esistente. Oltre agli effetti immediati sulla pesca, però, la vicenda rappresenta anche un primo campanello di allarme sullo stato del mare in un tratto che per ora è sempre rimasto immune dai problemi di inquinamento da batteri fecali che hanno invece colpito duramente le località balneari confinanti negli ultimi anni.

Problemi che per ora non sembrano paragonabili per gravità, ma questa vicenda indica comunque che qualcosa non sta andando come al solito nella tutela dell’ambiente marino di una località che della pulizia del suo mare, oltre che della sua tradizione marinara, ha fatto il perno della propria offerta turistica e culturale.