Truffa e appalto pilotato in sette vanno a processo

10 Aprile 2014

L’ex primo cittadino di Cermignano accusato di assenze ingiustificate dal lavoro Dipendenti comunali e imprenditori accusati di turbata libertà degli incanti

TERAMO. Due inchieste che si sono sovrapposte e che alla fine sono finite in un solo fascicolo con due ipotesi di reato ben distinte ma gravi allo stesso modo: truffa aggravata ai danni dello Stato e turbata libertà degli incanti. Ed è con queste accuse che ieri il gup Giovanni de Rensis ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Cermignano Aldino Del Cane e altre sei persone tra dipendenti del Comune di Cermignano e imprenditori.Del Cane va a processo con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato perchè, secondo la procura, nella sua qualità di dipendente della Comunità Montana zona N di Cermignano (nel frattempo spazzata via dai tagli della spending review) «si sarebbe arbitrariamente allontanato dal luogo di lavoro», si legge nel capo d’imputazione, « senza far risultare – mediante timbratura del cartellino – i periodi di assenza, inducendo in errore l’ente di appartenenza circa la sua presenza in ufficio, in tal modo conseguendo un in giusto profitto con pari danno per la pubblica amministrazione». L’inchiesta scattò nel 2008 dopo un esposto presentato dall’allora presidente del consiglio della comunità montana Silvio Serrani. Gli altri sei, invece, dovranno affrontare il giudizio davanti al tribunale perchè, si legge nel capo d’imputazione, «avrebbero più volte turbato con mezzi fraudolenti il regolare svolgimento della gara». Si tratta di Mario Alcantarini, 54 anni, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune e presidente della commissione aggiudicatrice della gara d’appalto per le rete fognante finita sotto accusa; delle dipendenti comunali Diana Di Gregorio, 48 anni, e Daniela Rapacchietti, 47 anni, entrambe componenti della commissione ( i tre dipendenti sono accusati anche di falso ideologico); degli imprenditori Gabriele Di Martino, 69 anni e Giacinto Di Remigio,59 anni, del progettista esterno Cesarino Di Giosia, 44 anni. Scrive nel capo d’imputazione il pm Silvia Scamurra: «turbavano il regolare svolgimento della gara aggiudicando l’appalto alla ditta Di Martino sulla base di un’offerta al ribasso che, pur sottoscritta da quest’ultimo, era stata materialmente compilata da Rapacchietti proprio nella parte relativa all’offerta e fatta confuire illegittimamente negli atti della procedura, non essendo mai stata presentata dall’impresa partecipante nei tempi e modi prescritti». Accuse che ora dovranno essere provate nel corso del dibattimento che inizierà il primo ottobre.(d.p.)

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