Viceparroco arrestato per tentato stupro, il prete di Giulianova lo difende dal pulpito

23 Settembre 2013

Don Ennio Di Bonaventura chiede il silensio sul caso di don Elvio Re, il suo vice in manette con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una 50enne

GIULIANOVA. «Chi non crede nella chiesa non crede nell'innocenza di don Elvio». Nella parrocchia dell’Annunziata, gremita per la messa della domenica mattina, il parroco, don Ennio Di Bonaventura, ha rilanciato ieri un forte appello ai fedeli per pregare per il suo vice, Elvio Re, arrestato ad Assisi con l’accusa di tentato stupro su una 50enne rom. Quella che comincia oggi sarà una settimana decisiva per capire se la presunta vittima dice la verità oppure mente. A messa, ieri mattina, don Ennio non si è limitato a un nuovo accorato appello ma ha anche rivelato parti inedite dell'ultima telefonata tra lui e il sacerdote finito in carcere: «Prima dell’arresto mi ha detto: non mi sarei aspettato che mi facesse una cosa del genere». Per il parroco dell’Annunziata e per la maggior parte dei fedeli, potrebbe essere un trappola: in altre parole, il suo vice, che nel frattempo è stato sospeso dal vescovo Michele Seccia, sarebbe stato incastrato dalla rom alla quale aveva donato anche soldi per farle pagare le bollette. Ma per don Ennio è meglio che non se ne parli più, almeno per ora. Dal pulpito, infatti, ha ammonito i fedeli: «Se vogliamo bene a don Elvio riuniamoci nella preghiera e nel silenzio. Non alimentiamo ai pettegolezzi».

Sulla rampa che porta in chiesa, però, i fedeli si interrogano. Una donna dice ad un'altra: «Che vai a fare a messa, non sai che cosa è successo».