Calendario caccia, stop del Tar
Esultano gli ambientalisti. Febbo: sospensione solo per la starna.
PESCARA. Il Tar ha cancellato un altro pezzo del calendario regionale della caccia accogliendo in parte il ricorso di Verdi e Animalisti. In particolare il Tar ha riconosciuto legittime le contestazioni degli ambientalisti sulle date di apertura e chiusura della caccia per alcune specie: starna, fagiano, lepre (lo scorso settembre una prima sentenza del Tar aveva accolto un ricorso del Wwf contro il calendario della beccaccia). Come conseguenza la Regione ha sospeso la caccia alla starna e si è riservata di decidere sui calendari di chiusura della caccia al fagiano e alla lepre.
Esulta il capogruppo regionale del Verdi Walter Caporale, che dà una interpretazione estensiva della sentenza giudicandola di fatto come una sospensione di tutta l’attività venatoria nella regione (tesi smentita poi dall’assessore regionale alla Caccia Mauro Febbo).
«La chiusura della caccia», dice Caporale, «è dovuta a motivi così gravi che deve avere quale conseguenza le dimissioni dell’assessore, il commissariamento dell’uffici caccia, la chiusura dell’inutile settore caccia delle quattro province e della regione. Ora occorre recuperare i fondi destinati alla caccia», aggiunge l’esponente dei Verdi, «per metterli al servizio della comunità e non al servizio di chi abusa dell’ambiente e non rispetta le leggi».
Per Febbo, impegnato ieri al forum di Cernobbio sull’alimentazione, «il Tar non ha assolutamente chiuso la caccia ma ha sospeso soltanto la caccia alla starna, mentre ha chiesto ulteriori motivazioni per quanto attiene il fagiano e la lepre». «Lasciando stare le futili esternazioni del consigliere regionale Caporale», ha aggiunto Febbo, «dall’analisi del provvedimento adottato dai giudici del Tar si evince che non sono stati contestati neppure gli orari di caccia adottati dalla Regione che pure Caporale riteneva illegittimi. Ora con una prossima delibera della Giunta regionale si farà chiarezza, ma intanto i cacciatori abruzzesi possono stare tranquilli perchè la stagione venatoria proseguirà regolarmente, salvo l’effettiva sospensione riguardante solo la specie starna, in attesa delle reintegrazioni delle popolazioni esistenti».
Intato Marialucia Santarelli, delegato regionale Animalisti Italiani Onlus, e Marina Gallo delegata regionale “Lega Abolizione della caccia chiedono, sulla base delle leggi in vigore e alla luce del pronunciamento del Tar, che «alle Consulte per la caccia possano partecipare le associazioni animaliste e i rappresentanti dei Parchi e non solo le decine di associazioni venatorie, non riconosciute, le decine di pseudo associazioni degli agricoltori (anch’essi cacciatori), le pseudo associazioni ambientaliste dei cacciatori e il solo Wwf quale unica vera associazione ambientalista. Chiediamo che da oggi l’assessorato regionale alla caccia discuta tutte le questioni venatorie con ambientalisti, verdi ed esperti».
Esulta il capogruppo regionale del Verdi Walter Caporale, che dà una interpretazione estensiva della sentenza giudicandola di fatto come una sospensione di tutta l’attività venatoria nella regione (tesi smentita poi dall’assessore regionale alla Caccia Mauro Febbo).
«La chiusura della caccia», dice Caporale, «è dovuta a motivi così gravi che deve avere quale conseguenza le dimissioni dell’assessore, il commissariamento dell’uffici caccia, la chiusura dell’inutile settore caccia delle quattro province e della regione. Ora occorre recuperare i fondi destinati alla caccia», aggiunge l’esponente dei Verdi, «per metterli al servizio della comunità e non al servizio di chi abusa dell’ambiente e non rispetta le leggi».
Per Febbo, impegnato ieri al forum di Cernobbio sull’alimentazione, «il Tar non ha assolutamente chiuso la caccia ma ha sospeso soltanto la caccia alla starna, mentre ha chiesto ulteriori motivazioni per quanto attiene il fagiano e la lepre». «Lasciando stare le futili esternazioni del consigliere regionale Caporale», ha aggiunto Febbo, «dall’analisi del provvedimento adottato dai giudici del Tar si evince che non sono stati contestati neppure gli orari di caccia adottati dalla Regione che pure Caporale riteneva illegittimi. Ora con una prossima delibera della Giunta regionale si farà chiarezza, ma intanto i cacciatori abruzzesi possono stare tranquilli perchè la stagione venatoria proseguirà regolarmente, salvo l’effettiva sospensione riguardante solo la specie starna, in attesa delle reintegrazioni delle popolazioni esistenti».
Intato Marialucia Santarelli, delegato regionale Animalisti Italiani Onlus, e Marina Gallo delegata regionale “Lega Abolizione della caccia chiedono, sulla base delle leggi in vigore e alla luce del pronunciamento del Tar, che «alle Consulte per la caccia possano partecipare le associazioni animaliste e i rappresentanti dei Parchi e non solo le decine di associazioni venatorie, non riconosciute, le decine di pseudo associazioni degli agricoltori (anch’essi cacciatori), le pseudo associazioni ambientaliste dei cacciatori e il solo Wwf quale unica vera associazione ambientalista. Chiediamo che da oggi l’assessorato regionale alla caccia discuta tutte le questioni venatorie con ambientalisti, verdi ed esperti».