Chiodi: «Se Fini rompe si cambia»

8 Settembre 2010

Il presidente avverte: in Abruzzo le stesse alleanze nazionali

PESCARA. «Se i finiani decideranno di fare un loro partito, potranno scegliere di essere alleati del Pdl o no. Se lo saranno, verranno riconosciuti come tali. Se, invece, saranno un partito non alleato ma conflittuale con il Pdl, saremo tutti chiamati a delle scelte».

Gianni Chiodi non rinuncia ai toni felpati ma la sostanza è quella che è: se, a livello nazionale, Gianfranco Fini romperà l'alleanza con Silvio Berlusconi, anche in periferia quel rapporto finirà; e, nel caso dell'Abruzzo, il vice presidente della giunta regionale da lui presieduta, Alfredo Castiglione, unico finiano nell'esecutivo, dovrà lasciar il posto.

Lo dice Chiodi in risposta all'intervista rilasciata, ieri, al Centro da Castiglione in cui il vice presidente della giunta diceva: «Se anche Fini dovesse decidere di creare il partito, non credo che in giunta regionale cambierebbe qualcosa. L'Abruzzo ha troppo bisogno di stabilità istituzionale per prevedere uno scenario diverso da quello attuale».

«In questo momento», racconta Chiodi, «sto valutando, con molta attenzione e continuità, lo scenario a livello nazionale. Una cosa è certa: le decisioni che saranno prese a livello nazionale non possono non avere riflessi anche a livello regionale. Anche se, va detto, i rapporti poltici e personali nella mia giunta sono molto forti».

La situazione post-terremoto in Abruzzo potrebbe giustificare un'eccezione e permettere all'alleanza tra finiani e Pdl di andare avanti, in questa regione, nonostante un'eventuale rottura a livello nazionale?
«Io so soltanto che le alleanze che si formano a livello nazionale sono sempre in sintonia con quelle a livello locale, salvo eccezioni che sono sempre possibili naturalmente».

Castiglione sostiene che la «necessità di stabilità istituzionale» in Abruzzo potrebbe giustificare quest'eccezione: è così?
«La stabilità ci importa naturalmente, ma nell'interesse non della classe dirigente bensì degli abruzzesi, alla luce della necessità di portare avanti un processo molto complesso di riforme. Qualunque presidente di giunta desidera avere una maggioranza molto forte e compatta per potere fare le cose che sono necesarie».

Sempre Castiglione dice, che essendo stato nominato da Chiodi, spetta a Chiodi di estrometterlo dalla giunta. Chiodi che dice?
«Chiodi dice che ha fatto delle scelte di cui è soddisfatto: di tutte. Ma io stesso ho annunciato che, a metà legislatura, ci sarebbe stata una verifica del lavoro svolto. Con il mio vicepresidente ho un rapporto molto buono. Le valutazioni che potrò fare, alla luce di ciò che può accadare a livello nazionale, le farò come presidente ma anche come uomo di partito, perché oltre che presidente della giunta regionale abruzzese sono anche membro dell'ufficio di presidenza del Pdl».

Negli ultimi mesi, qualcuno nel Pdl ha sollecitato l'estromissione dalla giunta del finiano Castiglione?
«No, nessuno. Qualcuno, sì, ha riflettuto su futuri, possibili scenari politici. Per ora, a livello nazionale, la componente finiana ha dichiarato che resterà nel centrodestra, che sosterrà il governo nazionale e terrà fede al suo programma. Vedremo se tutte queste promesse si realizzeranno. Se ciò non dovesse accadere, allora le cose naturalmente cambierebbero anche qui. Nel caso di elezioni politiche anticipate, le cose cambiano».

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