LA VECCHIAIA È BELLA PERCHÉ RENDE LIBERI
“Mi piace la vecchiaia, scrive Oriana Fallaci, mi diverte. Sono sciocchi quelli che la rifiutano e che per rifiutarla si fanno il lifting, si vestono da ventenni, barano sull’età. Sciocchi ed ingrati....
“Mi piace la vecchiaia, scrive Oriana Fallaci, mi diverte. Sono sciocchi quelli che la rifiutano e che per rifiutarla si fanno il lifting, si vestono da ventenni, barano sull’età. Sciocchi ed ingrati. La vecchiaia è l’età d’oro della vita perché è la stagione della libertà. Da giovane credevo d’essere libera. Ma non lo ero. Mi preoccupavo del futuro, mi lasciavo influenzare da un mucchio di cose o persone, e in pratica non facevo che ubbidire. Da adulta credevo d’essere libera. Ma non lo ero. Mi preoccupavo ancora del futuro, mi lasciavo condizionare dai giudizi malevoli, temevo le conseguenze delle mie scelte… Oggi non le temo più. I giudizi malevoli non mi condizionano più, il futuro non mi preoccupa più. Perché dovrebbe? È arrivato ormai”.
Ho trovato interessante questo brano di Oriana Fallaci, la giornalista fiorentina morta nel 2006. La Fallaci partecipò alla Resistenza, come partigiana, e fu la prima donna inviata speciale sul fronte di tante guerre. Questa scrittrice mi piace perché è sempre provocante, identitaria. Costantemente controcorrente. In una cultura come la nostra, nella quale sei acclamato solo se stai al gioco del momento, se rimani allineato nei ranghi del tuo gruppo, se ripeti fedelmente gli slogan del pensiero unico, gli scritti della Fallaci hanno sempre, per me, l’effetto di un brivido salutare. Oggi, quasi tutti sparano a zero sulla vecchiaia. Per quanto mi riguarda, invece – fatta salva la doverosa comprensione verso chi soffre di malattie dolorose, di perdita di autonomia, di difficoltà economiche, di permanenza indesiderata, perché non scelta liberamente, fuori di casa e all’interno di centri per anziani – questa gente che spara a zero sulla vecchiaia, mi sembra arida e vuota. Persa nell’attivismo e nell’effimero. Carente dell’intimità proveniente dal benessere interiore.
D’altra parte, però, chi parla solo bene della vecchiaia, spesso fa della retorica sapienziale. Ammettiamolo. Difficilmente s’incontra una scrittrice come la Fallaci che ha il coraggio di affermare: “Mi sento libera come non lo sono mai stata. Libera d’una libertà completa, assoluta”. Ritengo che la scrittrice fiorentina sia in sintonia con lo psicanalista James Hillman, quando afferma che “L’uomo ha bisogno di invecchiare” in quanto, solo invecchiando, raggiungiamo lo sguardo unificante su noi stessi ed entriamo veramente nel senso globale della vita. Per il credente, poi, più si invecchia, più si cresce nella fiducia e nell’abbandono in Dio. Non a caso, nella Bibbia, leggiamo un versetto a prima vista paradossale: “Il giorno della morte è preferibile al giorno della nascita” (Qoelet 7,1).
*Docente di Filosofia
Teramo
Ho trovato interessante questo brano di Oriana Fallaci, la giornalista fiorentina morta nel 2006. La Fallaci partecipò alla Resistenza, come partigiana, e fu la prima donna inviata speciale sul fronte di tante guerre. Questa scrittrice mi piace perché è sempre provocante, identitaria. Costantemente controcorrente. In una cultura come la nostra, nella quale sei acclamato solo se stai al gioco del momento, se rimani allineato nei ranghi del tuo gruppo, se ripeti fedelmente gli slogan del pensiero unico, gli scritti della Fallaci hanno sempre, per me, l’effetto di un brivido salutare. Oggi, quasi tutti sparano a zero sulla vecchiaia. Per quanto mi riguarda, invece – fatta salva la doverosa comprensione verso chi soffre di malattie dolorose, di perdita di autonomia, di difficoltà economiche, di permanenza indesiderata, perché non scelta liberamente, fuori di casa e all’interno di centri per anziani – questa gente che spara a zero sulla vecchiaia, mi sembra arida e vuota. Persa nell’attivismo e nell’effimero. Carente dell’intimità proveniente dal benessere interiore.
D’altra parte, però, chi parla solo bene della vecchiaia, spesso fa della retorica sapienziale. Ammettiamolo. Difficilmente s’incontra una scrittrice come la Fallaci che ha il coraggio di affermare: “Mi sento libera come non lo sono mai stata. Libera d’una libertà completa, assoluta”. Ritengo che la scrittrice fiorentina sia in sintonia con lo psicanalista James Hillman, quando afferma che “L’uomo ha bisogno di invecchiare” in quanto, solo invecchiando, raggiungiamo lo sguardo unificante su noi stessi ed entriamo veramente nel senso globale della vita. Per il credente, poi, più si invecchia, più si cresce nella fiducia e nell’abbandono in Dio. Non a caso, nella Bibbia, leggiamo un versetto a prima vista paradossale: “Il giorno della morte è preferibile al giorno della nascita” (Qoelet 7,1).
*Docente di Filosofia
Teramo