Nuovo contratto dei carabinieri. La protesta dei sindacati: “Il salario reale scende di 300 euro”
Il nuovo contratto per le forze dell’ordine, firmato lo scorso 18 dicembre e celebrato in pompa magna dal governo, in realtà non adegua i salari all’inflazione, con uno scarto di circa il 12%. Il sindacato autonomo dei Carabinieri: “Traditi dall’accordo sindacale”
ROMA. “Carabinieri traditi dall’accordo sindacale”. Questa la denuncia del Movimento sindacale autonomo dei carabinieri rispetto al rinnovo contrattuale delle forze dell’ordine, firmato il 18 dicembre e celebrato dal governo come un grande riconoscimento nei confronti del servizio che le divise offrono allo Stato. Si è parlato di aumenti fino a 300 euro, una conquista definita “significativa”. In realtà, però, si tratta di una narrazione che non riflette la realtà, come ha denunciato il Movimento sindacale autonomo dei carabinieri, lamentando un perdita di potere d’acquisto pari a 300 euro. Ma andiamo con ordine.
Gli aumenti fino a 300 euro che sono stati presentati dal governo sono, in realtà, calcolati in numeri lordi. Per considerare l’aumento effettivo bisognerebbe considerare la cifra al netto dell’Irpef e delle imposte locali (comunali e regionali). Quindi, l'aumento effettivo in busta paga è molto inferiore a quanto asserito dai politici al governo.
Ma, anche nell’ipotesi in cui questi aumenti di salario fossero pari a 300 euro, la situazione non sarebbe comunque rosea. L’aumento complessivo previsto dal nuovo contratto è del 5,78%, l’inflazione degli ultimi 4 anni è stata del 17%. Quindi una perdita di potere d’acquisto di 10 punti, che in termini reali equivalgono a 300 euro in meno.
Per questo il Movimento sindacale autonomo dei carabinieri ha denunciato – uno tra i pochi a farlo – il nuovo contratto, lamentando le “risorse insufficienti che causano stipendi inadeguati e stanziamenti non idonei a recuperare l’inflazione”. Quindi l’accordo sindacale sarebbe stato percepito come un tradimento, da cui discenderebbe un generale scontento nell’Arma: “Dalle dichiarazioni raccolte dai Carabinieri emergono segnali di insoddisfazione dall’accordo sindacale in funzione di una perdita del potere di acquisto di circa 300 euro che vanno a sommarsi al precedente e deludente rinnovo contrattuale quando si dovettero accontentare di “briciole” e della famigerata “una tantum” per gli arretrati”, afferma il sindacato.
Dunque, un’insoddisfazione per il nuovo contratto che si accumula a quello relativo all’accordo precedente, ritenuto altrettanto deludente. Infine, il sindacato se la prende anche con quei politici che si “dichiarano troppo spesso a favore della sicurezza e delle forze dell’ordine” senza “vere azioni di solidarietà economica”, concludendo che agirà in ogni sede per reclamare ciò che viene chiesto dai Carabinieri: “dignità, riconoscimenti equi e soprattutto diritti reali”.