“Sanremo deve andare a gara” ed il Festival rischia di non essere più sulla Rai

6 Dicembre 2024

Il tribunale amministrativo della Liguria gela la Rai che rischia di perdere il Festival a partire dall’edizione del 2026

GENOVA. È «illegittimo l'affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell'organizzazione del festival» per il 2024-2025: fatta salva la prossima edizione, dal 2026 si dovrà procedere «con una gara aperta agli operatori del settore». In 58 pagine, il Tar della Liguria mette nero su bianco una sentenza che potrebbe cambiare la storia dell'evento tv per eccellenza. La Rai valuta il ricorso e getta acqua sul fuoco: «I giudici amministrativi hanno confermato l'efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l'edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l'organizzazione del Festival»: «nessun rischio», quindi, «che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi».

Il Tar si è pronunciato sul ricorso della Just Entertainment, società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere musicali, che nel marzo 2023 aveva trasmesso al Comune di Sanremo una manifestazione di interesse «ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo» e del relativo marchio per curare l'organizzazione e lo svolgimento del Festival nonché le relative attività di promozione e diffusione. Di fronte al mancato riscontro del Comune - che avrebbe riferito che nessun affidamento era intervenuto in favore di Rai con riferimento alle future edizioni del Festival - la Je ha impugnato il provvedimento con cui lo stesso Comune «avrebbe affidato a Rai la concessione dell'uso in esclusiva del marchio Festival della canzone italiana e lo svolgimento della 74/a edizione del Festival, nonché di eventuali successive edizioni». Piuttosto complessa, la sentenza si gioca sulla distinzione tra la titolarità del marchio e il format tv.

Il Tar, secondo Viale Mazzini, «ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio Festival della canzone italiana nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell'organizzazione del Festival stesso. Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi». Fatta salva l'edizione 2025, affidata a Carlo Conti - «risulterebbe evidentemente sproporzionato e irragionevole incidere sull'edizione del Festival già svolta e sull'edizione che si svolgerà tra pochi mesi», fanno notare i giudici amministrativi - nulla impedirebbe a Viale Mazzini di organizzare il festival altrove. D'altra parte, però, nulla vieterebbe ad altri gruppi - da Mediaset a Warner Bros. Discovery - di partecipare alla gara per aggiudicarsi il marchio. «È una sentenza inaspettata, articolata e complessa. Insieme ai dirigenti del Comune e ai nostri consulenti legali, la approfondiremo con scrupolosa attenzione nei prossimi giorni, anche al fine di pianificare le migliori strategie per il futuro», riflette il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager. Esulta invece Sergio Cerruti, managing director della Je e già presidente dell'Afi, l'Associazione fonografici italiani: «Davide ha abbattuto Golia, e in questo Paese ogni tanto le cose vanno nel verso giusto e che c'è speranza anche per i più piccoli». E chiosa: «Abbiamo scritto un pezzo di storia: Sanremo è Sanremo, non la Rai». La necessità di un bando? «Lo sosteniamo da anni», rivendica Striscia la notizia.